Perché i minori di quattordici anni non possono tornare da soli da scuola (per ora)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-10-27

La sentenza della Cassazione che ha condannato il Ministero dell’Istruzione a risarcire la famiglia di un bambino morto dopo l’uscita da scuola ha sollevato un vespaio di polemiche, tra quelli che tirano in ballo la Buona Scuola e la Fedeli che invita a “mandare i nonni” ecco cosa dice la legge attuale e come il PD vuole cambiarla per risolvere il problema

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Ma davvero tutti i genitori degli alunni delle medie sono tenuti per legge ad andare a prendere a scuola i figli o no? Dopo la sentenza della Cassazione si è scatenato un vero e proprio putiferio, con genitori infuriati contro la Ministra dell’Istruzione Fedeli e roventi polemiche nei talk show. Alla fine sulla questione è sceso in campo anche il Segretario del PD Matteo Renzi, preoccupato da quanto si legge “nelle chat WhatsApp dei genitori”. Insomma l’ex Premier è preoccupato da genitore

La Legge sulla Buona Scuola non c’entra con la pronuncia della Cassazione

Renzi in realtà ci tiene di più a precisare che lui e la sua riforma della Buona Scuola non hanno nulla a che fare con questa pronuncia della Cassazione. Perché in questi giorni si è diffusa anche la storia che la colpa di questa situazione fosse da attribuire alla riforma di Renzi. Che però questa volta non c’entra, perché la legge in base alla quale si è espressa la Cassazione è un’altra ed è quella che tutela l’incolumità dei minori di 14 anni. La Cassazione si è del resto espressa su una vicenda che risale a quindici anni fa e che riguarda la morte di un ragazzino di 11 anni investito da un autobus dopo l’uscita da scuola. La Cassazione ha stabilito che il coinvolgimento di un minore in un incidente fuori dal perimetro scolastico non esclude la responsabilità della scuola. La Cassazione ha respinto il ricorso del Ministero dell’Istruzione condannandolo a pagare una parte dei danni morali alla famiglia del ragazzino rimasto ucciso nell’incidente.
matteo renzi scuole medie genitori - 1
Per il codice penale c’è infatti una differenza sostanziale tra un individuo minorenne di 15 anni e uno di 13. Questo vale sia nel caso in cui commetta dei reati (articoli 97 e 98) sia nel caso – come è quello di cui si parla – possa andare e tornare da scuola non accompagnato. La legge stabilisce fino a quattordici anni il minore non è mai imputabile perché nei suoi confronti è prevista una presunzione assoluta di incapacità. Per questa ragione la legge (Art. 591 CP) punisce l’abbandono di minore (ovvero di coloro che hanno meno di 14 anni) da parte di chi ne ha custodia.

Secondo il PD bisogna cambiare la legge per consentire ai genitori di scegliere

Nel caso degli alunni delle medie questi sono affidati alla scuola. Insomma, in base alla legge attuale non c’è scampo: i genitori sono tenuti ad accompagnare e a prendere i figli a scuola. Lo ha detto del resto anche la Ministra Valeria Fedeli: «Questa  la legge. Credo che anche i genitori devono esserne consapevoli. Le scelte dei presidi sono collegate a leggi dello Stato italiano. Per cambiarle serve un’iniziativa parlamentare». La Fedeli ha provato a consigliare di mandare i nonni a prendere i nipoti, ma è evidente che non tutti possono farlo. Quindi il problema rimane.

L’unico modo per porre rimedio alla questione, che da alcuni genitori è stata vista come un rimprovero nei loro confronti, è quindi modificare la legge. Ed è per questo che, dice Renzi, il Segretario del PD ha chiesto a Simona Malpezzi, responsabile del dipartimento scuola, di “cambiare la legge e di presentare già la settimana prossima un emendamento per modificare le regole: siano i genitori a scegliere e ad assumersi le responsabilità. Senza scaricarle sui professori, ma senza costringere per forza un ragazzo di terza media a farsi venire a prendere a scuola”. Rimane da vedere però in che modo una legge potrà risolvere il problema di chi ha la responsabilità (e la tutela) del minore all’uscita dalla scuola. Perché fino a che non succede nulla non ci sarà nessun problema, ma se dovesse capitare un incidente in che modo sarebbe tutelato l’interesse del minore?
 

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