Maria Teresa Lucia Furia: l'attivista che è andata al Quirinale con Grillo e Casaleggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-27

Il suo ritratto sul Corriere

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Ieri la sua fotografia insieme a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio campeggiava su Instagram e sul blog del capo del MoVimento 5 Stelle. A Maria Teresa Lucia Furia, che ieri è andata all’incontro con Sergio Mattarella in rappresentanza degli attivisti grillini, oggi il Corriere della Sera dedica un ritratto:

Il motivo della scelta è semplice: è stata trovata negli elenchi degli iscritti perché è la più giovane militante del Movimento. Nessuna attività specifica,nessun incarico, ma unimpegno nei meet up locali e nei gruppi facebook. Lei è di Bivona, ma è iscritta anche al gruppo facebook del meet up di Nicosia (Enna), in questi giorni impegnato in una battaglia in difesa dell’acqua pubblica.

maria teresa lucia furia

Il suo profilo Facebook segnala gli interessi normali di una diciottenne, dal tifo per la Juventus, alla passione per Ligabue, da «Scemo più scemo» a Harry Potter. Tra i suoi «mi piace» spiccano però quelli più politici: Rocco Casalino, capoufficio stampa del Movimento al Senato, Grillo e Casaleggio e i tre del Direttorio, Carla Ruocco, Luigi di Maio e Alessandro DiBattista.

Da registrare che ieri il gruppo 878, quello dei “talebani” grillini cacciato dal blog con lettera dell’avvocato Montefusco, la definiva così:
maria teresa lucia furia 1
Mentre sulla pagina Facebook di Grillo c’era qualche ironia e un po’ di contestazione:
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Su L’Amaca di oggi Michele Serra commenta così l’incontro:

Quanto al contenuto della chiacchierata con Mattarella, colpisce che al primo posto delle richieste di Grillo/Casaleggio ci sia la difesa intransigente delle prerogative del Parlamento per «arginare la prevaricazione governativa», ovvero l’uso effettivamente protervo di «decretazioni, maxiemendamenti e fiducie». Se a questo spirito neo-parlamentarista si aggiunge l’animosa difesa del bicameralismo, Cinque Stelle ne esce come il più strenuo difensore della Prima Repubblica e di quel Parlamento che in campagna elettorale Grillo minacciava di «aprire come una scatola di tonno».
Come si è poi capito, l’apriscatole in mano ce l’aveva invece Renzi, che in materia di sottrazione di potere ai partiti e ai gruppi parlamentari si è rivelato molto più grillino di Grillo. Il parlamentarismo dei Cinque Stelle appare, in questo senso, nobilmente conservatore. Un paio di cravatte in più, un paio di decibel in meno, e i grillini, in Parlamento, faranno la figura dei senatori romani quanto arrivarono i barbari.

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