Lucca Crepa: la protesta dei felpati contro Lucca Comics

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-30

I lavoratori di Lucca Comics protestano contro il trattamento riservato agli “angeli custodi” della fiera, denunciano paghe da fame e chiedono più diritti, la società – che è partecipata dal Comune – dice che non può aumentare gli stipendi altrimenti scatta la denuncia per danno erariale ma un sindacalista della CGIL la smentisce. Nel frattempo il Direttore Esecutivo chiede ai giornali di non fare cattiva pubblicità alla manifestazione alimentando le polemiche sui felpati

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Vi ricordate l’immane polemica sul tour estivo di Jovanotti e la storia dei volontari sfruttati dalla produzione? La protesta contro Lucca Comics and Games è tutta un’altra faccenda. Perché a protestare non sono dei volontari (che come dice il termine, prestano servizio gratuitamente) ma dipendenti pagati. Poco. Lucca Comics è la più grande manifestazione europea nell’ambito dei fumetti, dell’animazione, dei giochi di ruolo e da tavolo, dei videogiochi e del fantasy. Universalmente nota per le schiere di cosplayer che vagano per le vie della città Lucca Comics è anche un’imponente macchina commerciale.

Chi sono i felpati di Lucca Comics e per cosa protestano

Quest’anno però la novità è la protesta felpati, i ragazzi dello staff della manifestazione – che indossano delle felpe, appunto – che a pochi giorni dall’inizio della manifestazione (oggi è il primo giorno) hanno dato vita ad un movimento di protesta chiamato Lucca Crepa. Il nome è una storpiatura di quello della società organizzatrice dell’evento, che si chiama Lucca Crea, una partecipata del Comune di Lucca presieduta da Mario Pardini che nel 2018 ha annunciato di aver raggiunto circa 3 milioni di euro per gli espositori e oltre 15 milioni per quanto riguarda il portato pubblicitario.

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Alcuni felpati dell’edizione 2019 di Lucca Comics and Games via Facebook.com

Il giorno della consegna delle felpe, il 25 ottobre scorso, alcuni felpati hanno distribuito un volantino dove denunciavano le condizioni di lavoro e soprattutto la paga oraria: tra i 4,60 e i 3,40 euro all’ora. Ma chi sono i felpati di Lucca Crepa? Nel comunicato stampa si definiscono «cittadini lucchesi, studenti, lavoratori, soprattutto ex dipendenti di Lucca Crea» che hanno deciso di denunciare la crepa che si sta aprendo sulla facciata di Lucca Comics.

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Il contrasto tra una manifestazione che fa quasi 20 milioni di euro di introiti e la paga dei lavoratori è a dir poco incredibile. I felpati sono considerati “gli angeli custodi” della fiera, che conoscono bene la città e sono d’aiuto alle decine di migliaia di visitatori. Persone che lavorano almeno dieci ore al giorno per meno di cinque euro l’ora. Il tutto «senza pranzo o cena, che si dovrà pagare. Senza parcheggio, che si dovrà pagare e senza alcun servizio igienico dedicato». Ancora peggiore la sorte dei guardiani notturni non armati che “guadagnano” (si fa per dire) 3,40 euro netti all’ora, sempre senza pasti, servizi igienici dedicati o parcheggi.

Non è che manca la volontà politica di difendere i diritti di certi lavoratori?

Il problema non è nuovo, da almeno  un paio d’anni i felpati rivendicano una paga più equa e un trattamento migliore. Ma la società ha sempre risposto di avere le mani legate perché per la stipula dei contratti per i dipendenti “è costretta” a fare una gara d’appalto. «Lucca Crea è una società pubblica, partecipata dal Comune, deve quindi muoversi nel rispetto del codice degli appalti e non può arbitrariamente decidere quale contratto adottare, né tantomento decidere di alzare lo stipendio, altrimenti potrebbe incappare nel reato di danno erariale» ha dichiarato Pardini in un’intervista. Il direttore esecutivo di Lucca Crea invece curiosamente se l’è presa con i giornali che alimentano certe polemiche.

Per i felpati però non è vero che non ci sono soluzioni e che la società ha le mani legate. Secondo uno dei rappresentanti dei lavoratori una possibile via d’uscita sarebbe quella di inquadrare i contratti nel settore terziario, con conseguente aumento dello stipendio. «I felpati che vengono assunti all’ultimo livello dei servizi fiduciari, contratto del 2017 – ha dichiarato Marco Pisani – sono invece a tutti gli effetti degli operatori di fiera quindi rientrerebbero nel contratto nazionale del settore terziario. Il ritorno economico dovrebbe esserci anche per chi tiene in piedi la manifestazione che sono centinaia di dipendenti».

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Secondo l’ex segretario provinciale di Fiom Cgil, Umberto Franchi dovrebbe essere il Comune a fare da mediatore. Secondo Franchi «i lavoratori hanno diritto a due livelli contrattuali : quello del contratto nazionale e quello aziendale. Il contratto collettivo nazionale di Lavoro, di norma si rinnova ogni tre anni in base ai rapporti di forza esistenti tra i lavoratori del settore, ed essendo un settore molto debole, evidentemente anche chi ha condotto la trattativa sindacale ha dovuto fare un contratto con salari di fame o almeno non dignitoso. Esiste però il livello di contrattazione aziendale che le organizzazioni sindacali dei lavoratori interessati possono aprire con il Comune di Lucca ed effettuare una contrattazione aziendale ogni tre anni, con aumenti economici in grado di superare le ingiustizie del contratto nazionale. Quindi non è vero che esista un rischio di denuncia da parte erariale se vengono contrattati e concessi incrementi salariali ai felpati». Manca la volontà politica di tutelare i diritti dei felpati? E sì che il sindaco di Lucca è del Partito Democratico.

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