Le fondine sotto sequestro dopo gli omicidi in questura a Trieste

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-06

Il SAP: «Uno dei due agenti aveva già avuto problemi con la fondina rotante e gliene era stata data un’altra di vecchio tipo che non permette di bloccare l’arma al suo interno. All’altro collega che invece aveva la nuova fondina rotante è stata sfilata l’arma insieme al dispositivo di contenimento»

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La Procura ieri ha disposto il sequestro delle fondine in cui erano contenute le pistole dei due agenti uccisi in questura a Trieste, nonché delle armi stesse, estratte dalle loro custodie dal killer Alejandro Meran. Attorno alle fondine è montato un caso che riguarda il lavoro degli agenti durante l’orario di servizio: nel mirino proprio le custodie usate da Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.

Le fondine sotto sequestro dopo gli omicidi in questura a Trieste

A scatenare il caso è stato il SAP, il sindacato un tempo diretto da Gianni Tonelli, oggi parlamentare della Lega: «Sarebbe stato un difetto nelle fondine in dotazione al personale della Polizia di Stato a costare la vita ai due agenti uccisi a Trieste», ha detto Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia(Sap). «Uno dei due agenti aveva già avuto problemi con la fondina rotante e gliene era stata data un’altra di vecchio tipo che non permette di bloccare l’arma al suo interno. All’altro collega che invece aveva la nuova fondina rotante – ha proseguito – è stata sfilata l’arma insieme al dispositivo di contenimento, poiché il supporto ha ceduto rompendosi. Questo è un difetto che come Sap stiamo denunciando da circa un anno con continue note al Dipartimento, il quale giorni fa ci ha anche risposto dicendo che sono in corso verifiche volte alla ricerca di soluzioni per le criticità rilevate. Abbiamo sempre denunciato questa anomalia che stavolta si è rivelata fatale. Se la dinamica dovesse essere confermata sarebbe di una gravità inaudita e qualcuno dovrà assumersene la responsabilità».

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Ora, a parte che se il SAP protesta da un anno allora la responsabilità non è certo tutta di Lamorgese ma investe soprattutto il suo predecessore Matteo Salvini, va segnalato che il 2 ottobre il ministero aveva diffuso una nota per avvertire che “sono in corso attività di verifica interna volte all’individuazione della miglior soluzione da poter adottare al fine di superare le criticità riscontrate. Nello specifico lo scorso mese di luglio è stata acquisita una nuova campionatura realizzata con una differente geometria e con materiale polimerico attualmente in fase di valutazione”. Collegamenti con la morte dei due poliziotti, questi, che per ora la questura di Trieste ha escluso con decisione. Agli inquirenti ora il compito di fare piena luce. Intanto però Repubblica precisa:

La fondina di Rotta (sequestrata dalla procura) risulta una normale fondina in cordura, di un modello antecedente a quella in polietilene di ultima generazione. Il dominicano è riuscito a sfilargli l’arma con una mossa fulminea? Lo ha immobilizzato, prima di togliergli la Beretta? O durante la colluttazione l’agente ha estratto la pistola e a quel punto gli è stata presa da Alejandro?

L’operazione di estrarre e armare la pistola non è banale: bisogna azionare una leva e aprire un bottone sulla fondina, poi togliere la sicura e scarrellare, prima di premere il grilletto. Solo l’autopsia chiarirà se il corpo dell’agente abbia segni di un’aggressione avvenuta nel corridoio. Pare che la sua Beretta avesse il colpo in canna (è prassi per chi fa servizio in strada), e che quindi Alejandro, che dimostra una certa conoscenza delle armi, abbia potuto sparare senza scarrellare

Leggi anche: La storia del difetto nelle fondine dei due poliziotti uccisi in questura a Trieste

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