Attualità

Tutti quelli che su Facebook chiedono la testa di Domenico Diele

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-06-27

Domenico Diele andrà ai domiciliari, ma il tribunale di Facebook non ci sta: deve marcire in galera. E quando uscirà dovrà essere ucciso. L’udienza è tolta.

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All’attore Domenico Diele il GIP ha concesso gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il motivo è spiegato qui e riguarda il rischio di reiterazione del reato e la possibilità di fuga. Diele è accusato di  omicidio stradale aggravato per aver travolto e ucciso Ilaria Dilillo. Quando Diele ha tamponato lo scooter della donna stava guidando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. A quanto pare non poteva nemmeno guidare perché la sua patente era già stata ritirata qualche tempo fa. Diele rimarrà in carcere fino a quando non sarà disponibile un braccialetto elettronico.

Il gruppo Facebook contro Domenico Diele

Come sempre accade in questi casi sono in molti a chiedere letteralmente la testa di Diele. Chi credeva che la morte di Italo D’Elisa avesse insegnato qualcosa a qualcuno si sbaglia. Laggente non ha voglia o tempo di attendere l’esito del processo. Vuole giustizia subito, all’istante. E se possibile che sia una giustizia spietata. L’unica pena che allevierà il dolore degli amici e dei parenti di Ilaria Dilillo non può che essere la morte. Meglio se sopraggiungerà dopo atroci sofferenze.
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Se da un lato è comprensibile la rabbia dei familiari di Ilaria Dilillo dall’altra non è accettabile questa sete di sangue e di giustizia privata. Ci sarà un processo e Diele, come tutti, avrà la possibilità di difendersi. Non è uno scandalo, per quanto orrendo sia il crimine di cui è accusato e il modo in cui è stato commesso.
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Domenico Diele ha sbagliato, e senza dubbio sarà riconosciuto colpevole del crimine che ha commesso. Ma come Italo D’Elisa anche a lui saranno concessi gli arresti domiciliari in attesa del processo. Sappiamo bene come è finita a Vasto, un’intera città si è schierata contro il ragazzo e il senso di ingiustizia e impotenza ha armato la mano del marito della donna uccisa da D’Elisa in un incidente stradale.
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Qualcuno ha aperto anche una pagina Facebook per chiedere giustizia. Pagina dove gli admin dimostrano di avere una concezione del tutto personale della giustizia. Diele può anche chiedere di voler continuare a girare i suoi film ma questo, anche se andasse agli arresti domiciliari, non sarebbe possibile.
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La pagina ha anche promosso una specie di campagna rivolta all’agenzia che rappresenta Diele.
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Che ovviamente è del tutto estranea ai fatti e non può certo fare nulla per influenzare l’andamento del processo. La responsabilità penale è sempre individuale. Questo non significa giustificare Diele in alcun modo, ma solo ribadire che anche in quanto imputato ha pur sempre dei diritti.

A cosa serve insultare Domenico Diele? A nulla

Qualcuno è andato ad insultare Diele sulla sua pagina Facebook, la maggior parte dei commenti sono stati eliminati.
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Ma c’è chi si lamenta e definisce le fan che “difendono” Diele delle “cagne in calore”, ovviamente sono tutte “punkabbestia sgallettate”.
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C’è anche spazio per qualche ipotesi fantasiosa circa il fatto che Diele sia rimasto in carcere perché non c’è il braccialetto elettronico.
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Gli amministratori della pagina la vedono come una vittoria. Più siamo e più facciamo rumore più i giudici ci daranno retta.
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Anche il senatore della Repubblica Maurizio Gasparri si è divertito a fomentare l’odio nei confronti di Diele.

Trovo sconcertante il favoritismo che si starebbe riservando a Domenico Diele, l’attore che giorni fa ha investito e ucciso una donna. Non c’è solo il reato di omicidio stradale, ma anche la doppia aggravante dell’uso di stupefacenti e la guida senza patente, ritirata proprio per l’abuso di droghe. Diele potrebbe tornare a casa in attesa del processo e potrebbe addirittura condurre la sua vita regolarmente senza neanche la restrizione del braccialetto elettronico. Una vergogna assoluta e una mancanza di rispetto per la vittima intollerabile.

Per Gasparri la vicenda è anche un pretesto per riflettere su “quanto l’uso di droghe possa avere effetti irreparabili per la propria vita e per quella degli altri”. E chiede che Diele se proprio deve andare ai domiciliari lo faccia in una comunità di recupero per tossicodipendenti.

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