Il grande ritorno dell’immunità per ILVA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-17

Tanti grillini tirano ugualmente dritto. E ieri riescono a far saltare l’inizio dei lavori in Aula sul decreto imprese, che contiene la norma, e a far rinviare tutto a martedì prossimo

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Il MoVimento 5 Stelle continua a deliziarci con la miliardesima puntata di una delle sue fiction preferite, ovvero l’immunità per ILVA. Ci eravamo lasciati ad agosto con l’immunità che tornava anche se il MISE smentiva, riprendiamo ad ottobre con l’assemblea dei Cinque Stelle in Senato e i parlamentari pugliesi e non solo che alzano le barricate contro il ripristino di una parziale immunità per Arcelor Mittal, l’azienda che ha rilevato l’acciaieria di Taranto.

E ACCADE PROPRIO mentre l’ex ad della filiale italiana del colosso siderurgico, Matthieu Jehl, viene ascoltato in commissione Attività produttive alla Camera, dove giura: “L’immunità non c’è, non esiste. Tutti noi imprenditori e manager siamo responsabili di quello che facciamo”. Però avverte: “Le regole del gioco che fanno parte della trattativa dall’inizio, dal 2014, non si possono cambiare a metà partita. Serve una norma chiara che dica in quale quadro possiamo gestire l’azienda”. Tradotto, Arcelor potrebbe usare la revoca dell’immunità come motivo per lasciare Taranto.

Ma tanti grillini tirano ugualmente dritto. E ieri riescono a far saltare l’inizio dei lavori in Aula sul decreto imprese, che contiene la norma, e a far rinviare tutto a martedì prossimo. Soprattutto, in serata ottengono quello che volevano, ossia promesse sullo stralcio dell’immunità dal decreto da parte del ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e dal capogruppo Gianluca Perilli. Forse l’unico punto di caduta possibile, perché il Senato a 5Stelle sembra una santabarbara pronta a detonare. E anche l’opzione di blindare il provvedimento con il voto di fiducia, messa sul tavolo ieri da D’Incà, non ha fermato gli eletti in assetto di guerra.

mittal immunità m5s

Non ha placato l’ex ministra del Sud Barbara Lezzi, prima firmataria di un emendamento che vuole sopprimere l’immunità dal testo. Una contromossa sottoscritta da altri 16 senatori. “Ma altri erano e sono pronti a firmarlo”dice Lezzi al Fatto in serata. Ovvero, non è certo solo un affare dei pugliesi, perché l’Ilva raggruma il malumore di tanti altri senatori per la gestione delle partite in Puglia, a partire dal Tap. Lo confermano i numeri dell’assemblea di martedì, in cui la stragrande maggioranza dei 5Stelle presenti aveva votato per lo stralcio della norma, 46 su 55. E ovviamente è stato anche un siluro al capo politico Luigi Di Maio, in visita ufficiale a Washington.

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