Cultura e scienze

Il Coronavirus perde forza?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-19

Il Centro per il controllo delle epidemie ha pubblicato uno studio per cui l’80%dei contagiati ha avuto sintomi lievi. Un’indagine su oltre 40mila pazienti, campione rilevante

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Quattordici giorni consecutivi di declino del numero degli infetti e l’80% dei contagiati che riporta solo sintomi lievi: non è abbastanza per averne la certezza ma la possibilità che COVID-19 stia perdendo forza è concreta a guardare i dati della Cina e del resto del mondo. Il Corriere della Sera oggi spiega che 1701 pazienti, curati e guariti, sono stati dimessi dagli ospedali portando il totale dei contagiati usciti dall’incubo del coronavirus a 12.552. Il portavoce del ministero degli esteri di Pechino ha fornito anche un altro dato positivo: «In Cina, fuori dallo Hubei, lunedì solo 79 casi confermati di contagio, quattordicesimo giorno consecutivo di declino nel numero degli infetti». Nello Hubei e a Wuhan, ground zero del Covid-19, i nuovi casi accertati sono stati 1.808 e i morti 93, anche questi in diminuzione.

Alla campagna in stile militare per chiudere il virus a Wuhan e nello Hubei, Pechino aggiunge uno sforzo di rassicurazione e trasparenza verso il mondo. Il Centro per il controllo delle epidemie ha pubblicato uno studio per cui l’80%dei contagiati ha avuto sintomi lievi. Un’indagine su oltre 40mila pazienti, campione rilevante. Problemi gravi, come la polmonite virale, sono stati individuati solo nel 14% dei casi, malattie critiche nel 5%. Il tasso di mortalità è 2,3% nello Hubei: tra i maschi il 2,8%, tra le donne l’1,7%. In tutta la Cina i decessi sono lo 0,4% dei casi. I bambini sembrano al riparo.

coronavirus epidemia

Il Coronavirus e l’epidemia (Corriere della Sera, 19 febbraio 2020)

Il Covid-19 uccide percentualmente meno di Sars e Mers (le due malattie simili per origine che colpirono Cina e Medio Oriente). Ma si diffonde più delle altre due sindromi respiratorie causate da coronavirus. Le statistiche si possono leggere sempre in modi diversi: l’«influenza normale» uccide ogni anno lo 0,1% dei colpiti, che però sono decine di milioni nel mondo.

Il Covid-19 percentualmente è circa 20 volte più mortale dell’influenza stagionale, almeno nello Hubei. Questa è la statistica, che con i suoi decimali e le virgole non rivela l’impatto umano. E non ricorda quanto sia dura per milioni di cittadini di Hubei e Wuhan, messi in quarantena sempre più stretta in casa da un mese. Ad aspettare che il coronavirus scompaia dalla loro vita.

Intanto i medici giapponesi si preparano a utilizzare i farmaci antiretrovirali usati contro l’HIV. Il professor Lu Hongzhou di Shanghai crede che una «terapia al plasma» possa dare buoni risultati: grosso modo si tratterebbe di fare sui malati trasfusioni di sangue donato da pazienti ristabiliti. Serviranno settimane per accertare l’efficacia di questi metodi sperimentali. E a quanto sembra è difficile trovare soggetti volontari. «Ogni scenario è ancora sul tavolo», dice da Ginevra Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.

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