Attualità

Il coro delle femministe a Roma su Giorgia Meloni

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-25

Giorgia Meloni ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una versione alternativa del celebre brano “Io sono Giorgia” cantato da alcune partecipanti alla manifestazione “Non una di meno” di sabato a Roma

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Il tormentone virale “Io sono Giorgia” è molto piaciuto a Giorgia Meloni. L’operazione simpatia della leader di Fratelli d’Italia ha prodotto decine e decine di varianti. Da quella cantata da Myss Keta a quella più recente di Cristina D’Avena passando per la Litizzetto.

La versione “femminista” di Io sono Giorgia

Alla manifestazione “Non una di meno” di sabato a Roma però la Meloni ha scoperto che qualcuno ha cantato un remix diverso. Alcune partecipanti (una decina) sono state filmate mentre cantavano l’ormai classico “io sono Giorgia”, solo che il terzo verso della canzoncina-slogan, quelo che fa “sono cristiana”, è stato sostituito con con “sono puttana”. Chi sia quella Giorgia non è nemmeno il caso di doverlo specificare. E che “puttana” sia un’insulto piuttosto offensivo e volgare per una donna, soprattutto se detto da altre donne non dovrebbe nemmeno essere una cosa da sottolineare.

Eppure è successo. E anche se una delle manifestanti ha in mano un cartello dove al primo verso non si legge “io sono Giorgia” ma qualcos’altro il gruppo di femministe effettivamente urla “io sono Giorgia” prima di attaccare con il resto del tormentone che si conclude con il classico “Genitore 1,2 Genitore che conta Genitore 3,4 Genitore che abbonda”. La Meloni, che aveva detto «se finisco in un remix, allora ho qualcosa da dire» (semmai è il contrario) questa volta non ha gradito.

giorgia meloni io sono giorgia roma corteo - 2

La leader di FdI ne approfitta per andare all’attacco delle femministe di “Non una di meno” sfottendole: «Ma avranno capito almeno per cosa scendono in piazza?». Al di là della caduta di stile di quelle che urlano “puttana” è evidente il tentativo di Giorgia Meloni di screditare un intero movimento facendo pensare che le rivendicazioni delle femministe siano quelle di un coretto che fa il verso ad un suo comizio. Una ragione in più per lasciare da parte gli slogan scritti e pensati per Giorgia Meloni e utilizzarne altri. Altrimenti si fa il gioco di chi le femministe le considera ancora delle specie di streghe e magari le chiama, senza ironia, “zoccole” o “puttane”.

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