I nuovi farmaci per il colesterolo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-27

Tre prodotti per dimezzare il colesterolo cattivo con le iniezioni. Ma il costo è esorbitante

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Tre multinazionali del farmaco stanno per lanciare nuovi prodotti in grado di dimezzare la presenza nell’organismo del cosiddetto «colesterolo cattivo» con un semplice ciclo di iniezioni. Il Corriere della Sera racconta che due di quei prodotti potrebbero approdare anche in Italia entro un anno. Il dubbio è però legato ai costi del nuovo farmaco che rispetto a quelli già in commercio è cento volte superiore.

A differenza delle statine, però, devono essere somministrati per iniezione (una o due volte al mese a seconda del tipo di farmaco) e non per bocca. Al momento se ne contano tre in corsa per arrivare sul mercato. E così si è scatenata la «guerra delle aziende» come ha appena raccontato il quotidiano francese Le Monde. Anche perché stanno scadendo i brevetti delle statine e il business nel campo degli anticolesterolo dipende da questi nuovi farmaci che saranno protagonisti al prossimo congresso europeo di cardiologia (l’Esc)in programma a Londra a fine agosto. In pole position ci sono l’alirocumab dell’azienda francese Sanofi (che ha appena ottenuto l’autorizzazione alla commercializzazione negli Usa da parte della Fda, l’ente americano per il controllo dei farmaci, e dell’Ema, l’analogo europeo) e l’evolocumab dell’azienda americana Amgen (appena approvato in Europa e prossimamente negli Usa), e un terzo, dell’americana Pfizer , il bococizumab.

nuovi farmaci colesterolo
Cos’è il colesterolo e i nuovi farmaci per abbatterlo (Corriere della Sera, 27 luglio 2015)

Entro un anno i primi due dovrebbero essere disponibili anche in Italia. Ma non saranno indicati per tutti coloro che hanno il colesterolo alto: si attendono le indicazioni, caso per caso, delle autorità. E così la partita si gioca sugli studi clinici che dovranno dimostrare in quali pazienti questi farmaci funzionano meglio non solo nel ridurre il colesterolo, ma anche nel diminuire la mortalità per malattie cardiovascolari. E dovranno dimostrare la sicurezza per gli effetti collaterali.

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