Attualità
«Mia moglie non si è rivolta volontariamente alla polizia»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-02-19
Gregorio De Falco, a colloquio con il Corriere, sostiene la tesi di un normale litigio tra due coniugi che si stanno separando
Il comandante Gregorio De Falco parla con il Corriere della Sera, che ieri ha raccontato della denuncia non formalizzata da parte di sua moglie Raffaella riguardo una presunta aggressione a lei e alla figlia, e sostiene con Marco Gasperetti che la donna non si sia rivolta volontariamente alle forze dell’ordine:
«Credo che mia moglie non si sia rivolta volontariamente alle forze dell’ordine perché consapevole che quello accaduto era un normale litigio tra coniugi che si stanno separando. E infatti mi risulta che non ci sia alcuna denuncia. Con mia moglie siamo in via di separazione. Non convivevamo più da un anno emezzo».
E allora che cosa è successo?
«Abbiamo di nuovo discusso su alcune questioni economiche. C’è stato un litigio e mi sembra che non ci sia nulla di eccezionale in questo. Ma, lo ripeto, io non ho aggredito fisicamente, né mia figlia né tanto meno mia moglie. Semmai ho usato una pacata autodifesa passiva. Sono un non violento per natura ma aggredire una donna per me sarebbe un oltraggio, non potrei neppure guardarmi allo specchio. Si è raccontato qualcosa di assolutamente banale che accade in una famiglia che si sta separando. Ritengo sia stata violata la nostra privacy».
Comandante, lei è un personaggio pubblico. È una questione di trasparenza.
«Se non fossi stato un candidato del M5S nulla sarebbe stato divulgato. Io sono stato sempre trasparente e lo sarò sempre».Però non ha spiegato perché secondo lei sua moglie ha raccontato d’essere stata aggredita.
«Chi conosce le dinamiche di una separazione, che investe anche problematiche personali che non voglio rivelare perché non amo il pettegolezzo, sa quali stress questi confronti e questi litigi si portano dietro. Credo che quello di mia moglie sia stato solo uno sfogo. La capisco, può accadere a tutti quando un matrimonio durato oltre vent’anni finisce. C’è dispiacere e rabbia»