Cultura e scienze
Gianna Jassen: venite a vedere la donna che è sopravvissuta all'aborto!
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-05-17
Gianna Jessen torna in Italia per raccontarci come è sopravvissuta ad un aborto e per dare una mano ai prolife italiani a spiegare che l’aborto è un crimine orrendo. La conferenza si terrà al dipartimento di filosofia dell’Università Roma Tre
Venghino signori venghino ad assistere all’incredibile spettacolo della vita. Venghino signori e signori, direttamente dagli Stati Uniti dopo una tournée trionfale di tre mesi in tutta l’Europa, l’Oceania, e la Polinesia del Sud arriverà a Roma Gianna Jessen: la donna che è sopravvissuta all’aborto.
Chi è Gianna Jassen, l’eroina dei prolife
Gianna è una vera e propria star nell’ambiente anti-abortista internazionale ed è più volte venuta nel nostro Paese a raccontare la sua storia. In Italia Gianna è stata intervistata dalla devota Lorena Bianchetti durante una puntata dell’Italia sul Due su Rai Due, è stata intervistata da Avvenire ed ha tenuto conferenze ovunque. Amatissima dai pro-lifers nostrani si considera “la bambina di Dio” e ogni volta il pubblico si commuove a sentirle raccontare il miracolo della sua vita. Gianna infatti non avrebbe dovuto nascere: nell’aprile del 1977 sua madre volle abortire. La ragazza, diciassette anni e quasi al settimo mese di gravidanza decise di sottoporsi ad un aborto salino. Non un aborto clandestino ma una pratica regolare e legale. Solo che le cose non andarono per il verso giusto e invece che nascere morta Gianna nacque viva.
L’infermiera di turno chiamo l’ambulanza e Genna benché prematura e con una paralisi cerebrale riuscì a sopravvivere e venne adottata. Da anni la Jessen gira il mondo per spiegare che l’aborto è un business da milioni di dollari, che la gestazione per altri è un grande business. Lei ce l’ha con le donne che abortiscono, con i medici che praticano gli aborti (anche quelli entro il terzo mese di gravidanza come prevede in Italia la legge) e naturalmente con le femministe. «Dio è contrario all’aborto» ha detto lei in un’intervista dove spiegava la sua missione «e con il tempo ho capito che mi ha incaricato di dirlo al mondo».
Gianna Jessen a Roma, dal vivo
Domani 18 maggio la Jessen sarà ospite di un evento che avrà luogo all’interno dell’ Università Roma Tre. Un incontro con gli studenti universitari promosso da Universitari per la vita (l’associazione universitaria romana “prolife”) assieme a ProVita Onlus, Citizen G e all’associazione La Quercia Millenaria Onlus. La Cappellania Universitaria collabora all’organizzazione dell’evento. A quanto pare però è stata proprio la Cappellania Universitaria ad organizzare il tutto ma ha fatto fare agli studenti la richiesta degli spazi.
Non sono ben chiari i “meriti” in base ai quali l’opinione della Jessen è più degna di nota di altre. Dal punto di vista meramente medico tutti noi siamo sopravvissuti alla possibilità di un aborto (spontaneo). Del resto lei dice chiaramente che se è viva “è merito di Gesù”. La sua storia viene presentata come dimostrazione vivente che l’aborto è un omicidio. Se lei è sopravvissuta chissà quanti altri potrebbero farlo. Curioso che la Jessen venga a raccontarlo a Roma, visto che nel Lazio c’è un cronico problema di reperibilità di medici non obiettori. Ma del resto la propaganda antiabortista della Chiesa Cattolica non si fa troppi scrupoli. Il tour italiano della Jessen proseguirà a Pisa, Ospedaletto, Pordenone, Cremona, Livorno.