Cultura e scienze
Gabriele Muccino stronca Pier Paolo Pasolini e scompare da Facebook
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-11-04
Il regista dell’Ultimo Bacio si dà all’hating via Internet ma non è in grado di reggere il confronto con i veri maestri dell’odio. Alla fine finisce fuori da Facebook, ma perché gli hanno disabilitato l’account
Lunedì, come sanno tutti quelli che hanno Facebook, era l’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Sono passati quarant’anni da quel 2 novembre 1975 quando il poeta e regista fu ucciso barbaramente sul litorale di Ostia. Come sempre accade in questi momenti commemorativi di massa c’è chi ne approfitta per dire l’esatto contrario di quello che scrive laggente, perché alla fine pare proprio che sull’Internet si venga notati di più se si partecipa ma si resta in disparte. Non stupisce più di tanto quindi l’uscita di Gabriele Muccino, che da vero hater degli anniversari ha voluto esprimere il suo parere sul cinema di Pasolini.
Pasolini? Era solo un regista amatoriale
Muccino premette di amare il Pasolini pensatore, giornalista e scrittore, ma scrive senza mezzi termini che il PPP regista proprio non gli piace perché il registra friulano aprì le porte all’anti-cinema dando vita ad un movimento che portò alla morte del cinema italiano. All’epoca in cui Pasolini girava i suoi film c’erano Maestri (con la emme maiuscola) come Fellini, Visconti, Rossellini e De Sica che non solo hanno fatto grande il cinema italiano ma anche hanno ispirato generazioni di cineasti nel resto del Mondo. Per il regista di quel capolavoro che è L’Ultimo Bacio (dove la recitazione di alcuni attori era raccapricciante) Pasolini era «uno che usava la macchina da presa in modo amatoriale, senza stile, senza un punto di vista meramente cinematografico sulle cose che raccontava, in anni in cui il cinema italiano era cosa altissima, faceva da scuola di poetica e racconto “cinematico” e cinematografico in tutto il mondo». Insomma un regista improvvisato e senza stile che con i suoi film ha aperto le porte a tutta una genia di «registi improvvisati che scambiarono il cinema per qualcos’altro» tra cui ad esempio Nanni Moretti ed altri che hanno distrutto l’industria cinematografica italiana. Naturalmente il post di Muccino ha scatenato le prevedibili reazioni e quindi il regista si è sentito in dovere di postare una lunga replica prima di cancellare tutti i commenti e sparire da Facebook.
Perché non vi preoccupate dei politici che rubano???
Dopo una lunga premessa sulla libertà d’espressione e un certo stupore per il fatto che quando condivide gli appelli per salvare le balene, i delfini, il plancton e denunziare la corruzione (come il 99% degli utenti di Facebook) non riceve la stessa attenzione (forse proprio perché sono cose che dicono tutti) Muccino torna sul Pasolini regista, e sulla mancanza di stile che ha causato la fine del cinema italiano. Perché i film di Pasolini non sono stati in grado di comunicare con il pubblico e sono finiti nell’oblio.
Lo ribadisco per l’ultima volta perchè nel prossimo post riprenderò a parlare di cose che mi premono assai di più.
Il cinema è industria, un film costa, se non rientra dei denari, la pellicola, quando c’era la pellicola, finisce al macero e nell’oblio. Dalla metà degli anni ’70 il cinema italiano è morto a causa di improvvisati registi che non sapevano come comunicare col pubblico. I francesi sono emersi applicando le regole di mercato e diventando la più grande industria di cinema in Europa, quello che era stato nostro primato per trent’anni appunto e poi incenerito. Da quando? Da quando ci si iniziò ad improvvisare registi.
Ho detto qualcosa che non è verificabile? Ho detto che Pasolini regista ha aperto la porta ad altri registi improvvisati che a differenza sua non avevano nemmeno l’immensa statura di scrittore e poeta…
Ho detto che Pasolini era uno scrittore prestato al cinema e che il cinema non era nelle sue corde più alte. Lo penso, lo penserò e avrò ogni sacrosanto dovere di dirlo anche davanti ad una folla di forcaioli che ha intasato questa bacheca di insulti.
Ma li lascerò i vostri insulti, per quanto possa mai riuscire a resistere dal non cancellarli quando mi ci imbatta, essendo voi entrati con le scarpe infangate in casa mia senza avere neanche avuto la premura di togliervele o di lasciare una decente pulizia alle vostre spalle. Siete entrati solo per gettare merda sulle mie lenzuola.
Ora basta, chiudo questa parentesi penosa di fascismo applicato.
Domani olio di ricino a colazione e il mio peccato verrà purificato!
Nei commenti al post c’è chi è d’accordo con lui e chi invece continua a insultarlo, ricordandogli l’ammasso di melassa che sono i suoi film
Il fatto è che le critiche di Muccino sono sostanzialmente ingiustificate, perché i film di Pasolini – anche se non rispondenti ai canoni cinematografici di Muccino – erano perfetti per la sua poetica e rispondevano a precise scelte estetiche
E anche se non erano girati secondo la regola dell’accademia dei Maestri Pasolini ha mostrato che il cinema non è solo tecnica (ma questo anche i Maestri citati da Muccino lo sapevano) ma anche poesia e racconto e non solo inquadrature stilisticamente perfette come questa:
Il riferimento ai Maestri come punti di riferimento immutabili e perfettissimi, adatti ad ogni epoca e ad ogni poetica oltre ad essere sterile ricorda molto questo:
Su Twitter c’è chi fa notare una certa contiguità di vedute tra Muccino e Giovanni Allevi
Mi fanno notare come sia pieno di buoi che dicono “cornuti” agli asini #muccino #pasolini #allevi #beethoven pic.twitter.com/BoOoK4811t
— Federica O. (@FedericaOrlati) November 3, 2015
Ma il motivo vero per cui Muccino ha scritto che Pasolini non è stato un bravo regista è un altro:
Edit: Muccino fa sapere che l’account è stato disabilitato:
Questa mattina ho trovato il mio account FB disabilitato. Non ho rispettato le "condizioni". No comment. pic.twitter.com/aIETNFtfL1
— Gabriele Muccino (@GabrieleMuccino) 4 Novembre 2015
Abbiamo quindi corretto il titolo.