Attualità
La storia di Francesca Risito: l’avvocata nostalgica del Fascismo che fa il saluto romano
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-11-30
Fotografata mentre faceva il saluto romano alla manifestazione in ricordo della Marcia su Roma del 28 ottobre è stata raggiunta da un provvedimento disciplinare da parte dell’Ordine degli Avvocati di Ancona. Ma lei si difende e dice che è vogliono colpirla perché donna e perché bionda
Chihuahua, pistole e fascismo. Queste tre parole descrivono molto bene i contenuti del profilo Facebook di Francesca Risito, avvocata di Porto Recanati iscritta all’Ordine di Ancona che ha deciso di avviare un procedimento disciplinare nei suoi confronti per una foto pubblicata sul Corriere della Sera del 29 ottobre dove è ritratta mentre fa il saluto romano e mentre “aiuta” una bambina di 11 anni a fare altrettanto.
La difesa dell’avvocata che fa il saluto romano
In pochi quel giorno avevano fatto caso a lei, perché alle tradizionali manifestazioni dei nostalgici del Fascismo e della dittatura di saluti col braccio teso se ne vedono parecchi. Ma soprattutto perché l’attenzione di tutti era concentrata sulla disgustosa t-shirt “Auschwitzland” indossata dalla forzanovista (poi espulsa) Selene Ticchi. Se ne sono accorti però gli avvocati del foro di Ancona che hanno riconosciuto la collega Risito e deciso di avviare il procedimento.
A quanto pare fino a quel momento nessuno si era accorta di quanto l’avvocata fosse una fervente sostenitrice del Duce e del Fascismo. Eppure basta una rapida occhiata al suo profilo Facebook per rendersene conto. Proprio nei giorni della polemica sulla maglietta che oltraggia la memoria delle vittime della Shoah l’avvocatessa maceratese si dissociava da quella scelta di cattivo gusto spiegando che che «noi uomini e donne di destra quella vera quella pulita quella fatta di coesione e valori ci dissociamo dalle idee di costei e sopratutto ci dissociamo dalla sua esternazione durante una giornata che non appartiene in alcun modo a quell’idea rappresentata da quella maglia».
Qualche storico potrebbe dissentire sul fatto che le leggi razziali e lo sterminio sistematico di ebrei, minoranze e oppositori politici non appartenga all’ideologia fascista. Ma sono dettagli. Anche perché le fonti storiche cui si abbevera per giustificare la dittatura fascista dicono che Mussolini e il Fascismo non erano antisemiti ma che l’antisemitismo del Ventennio fu una conseguenza dell’attacco delle potenze mondialiste e dell’alleanza con Hitler.
Perché per Francesca Risito si tratta invece di «una filosofia improntata alla disciplina e al rigore». Riguardo invece al saluto romano fatto a Predappio spiega che «la manifestazione di Predappio era autorizzata dal Questore di Forlì. Il corteo si svolge ogni anno e ci sono andata come faccio sempre, in memoria della marcia su Roma e di sua eccellenza Mussolini».
E prosegue: «La bambina è figlia di amici, sono stata fotografata a mia insaputa». Secondo l’avvocata il motivo per cui è stata fotografata ha poco a che fare con il Fascismo: «forse perché sono donna, forse perché sono bionda». Insomma l’essere una fan del Duce non è il vero punto della questione perché lei stava solo esercitando «un diritto costituzionalmente protetto»: la libertà di pensiero e di manifestare.
Il pensiero fascista della nostalgica Francesca Risito
Un diritto garantito dalla Costituzione nata dopo la sconfitta del Fascismo, perché durante il ruggente ventennio fascista la libertà di pensiero e di manifestare non era proprio cosa. Per la legge italiana però fare il saluto romano in pubblico è un reato, così come lo è l’apologia di Fascismo. Un’avvocata queste cose dovrebbe saperle. Ma il motto di Francesca Risito è uno solo: ME NE FREGO (così almeno è scritto sul suo profilo). Lei è una di quelle persone (e in Italia sono parecchi) che ci tengono a ricordare che il Duce ha fatto anche tante cose buone.
In un altro post pubblicato nell’aprile dell’anno scorso a pochi giorni dall’anniversario della Liberazione la Risito si diceva fiera di far parte del “crimine” che è stato il fascismo annunciando l’imminente marcia a Predappio (per l’anniversario della morte di Mussolini) e facendo sapere di essere pronta alla “rivoluzione del sistema” che quando sarebbe arrivata sì che saranno guai per tanti.
Anche il giorno dell’attentato di Macerata ad opera di Luca Traini l’avvocata ci teneva a ribadire che le idee dell’attentatore (leghista e neofascista) non avevano nulla a che vedere con “le nostre idee fasciste”. Anzi, tutti i fascisti si discostavano dal gesto «in quanto fascismo non significa violenza» (sic) ma amore per la patria. Risito spiegava anche che non era difficile capire come il gesto dell’attentatore pur se scorretto e ingiustificabile era dovuto «all’apice di una esasperazione di chi si sente straniero ed in pericolo a casa propria». E quindi decide di fare un giro in macchina per sparare a degli innocenti.
Traini insomma un po’ vittima lo era anche lui. E sembra di capire che anche l’avvocata si senta circondata da negri, zecche e antifascisti vari. Al punto che le fotografie e il procedimento disciplinare sarebbero «una demolizione dell’immagine professionale non ammissibile». Immagine che però rivendica con orgoglio.
Al solito l’Internet è diviso. C’è chi si lamenta che fare il saluto con il pugno chiuso sia legale mentre lasciarsi andare ad un gesto nostalgico come tendere il braccio al cielo nel saluto nazifascista è punito dalla legge. La colpa ovviamente è tutta della dittatura lasciata dal PD che nonostante gli sforzi del governo del cambiamento deve ancora essere abolita.
Altri invece fanno notare che un’avvocata dovrebbe conoscere la legge e sapere cosa è consentito fare e invece cosa invece costituisce reato. Ma la vera domanda è: nessuno si era accorto prima di quanto fosse apertamente (il suo profilo è pubblico) e fieramente fascista Francesca Risito?
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