Cultura e scienze

C'è un complotto anche dietro la figuraccia di Flavio Insinna

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-05-30

Insomma, per Insinna anche dietro quel fuorionda c’è un complotto e un piano contro di lui. Per “fermarlo”. D’altronde bisogna capirlo: in un paese malato di complottismo poteva lui esimersi?

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Qualche giorno fa Flavio Insinna è finito nelle polemiche a causa di un fuorionda pubblicato da Striscia La Notizia in cui parlava in modo inappropriato di vari concorrenti e in particolare di una, definita “nana di merda“.

Dopo quel fuorionda Insinna ha chiesto scusa ma ha anche puntato il dito contro Striscia, che avrebbe commesso una scorrettezza mandando in onda quell’audio, registrato durante una riunione della redazione di Affari Tuoi, il programma che ha fatto concorrenza alla trasmissione di Ricci.

In un’intervista al Corriere della Sera oggi Insinna fa un passo avanti e immagina che dietro l’attacco di Striscia ci fosse sì l’ovvia concorrenza di Ricci ma anche una non meglio precisata vendetta per un suo intervento a Cartabianca

Perché pensa che Antonio Ricci ce l’abbia con lei?
«Perché ho avuto l’ardire di condurre un programma che andava nel suo stesso orario, e andava anche bene. E poi perché sono l’unico, insieme a Bonolis e a Fabrizio Del Noce, ad avergli risposto per le rime».
Si è chiesto perché quei suoi vecchi audio siano venuti fuori proprio ora che «Affari tuoi» non va più in onda?
«Dopo il mio discorso a Cartabianca, quello in cui parlavo del vivere in un Paese gentile, è cambiato qualcosa. Me ne sono reso conto dal giorno dopo. Il video è diventato virale, riscuotendo successo ovunque. Ho ricevuto chiamate da chiunque. Ed evidentemente questa cosa ha cominciato a dar fastidio a qualcuno. Come a dire, “e questo mo’ che s’è messo in testa, dove vuole andare?”».

L’ha cercata la politica?
«Mettiamola così. All’indomani di quel mio intervento su RaiTre, avrei avuto solo l’imbarazzo di decidere con chi candidarmi. Non le faccio nomi, ovviamente. Ma le basti sapere che potevo scegliere di qua o di là, di sopra o di sotto».
E ci ha pensato, a trasformare in politica il suo impegno civile?
«Sa che le dico? In quei giorni avevo detto di no. Adesso, con la campagna di odio che sto subendo, le rispondo che invece potrei pensarci. Lo sa dove stavo mentre mi stavano preparando quel bel piattino? Ero stato a Marghera, in un poliambulatorio di Emergency che cura non solo gli immigrati, ma anche gli italiani che non possono permettersi il medico. Ero stato nella sezione femminile del carcere di Rebibbia con la Comunità di Sant’Egidio. Vede, non ho problemi a chiudere per sempre con la tv. Un giorno, tra molti anni, racconterò anche le mille proposte rifiutate. Avessi accettato tutto sarei più ricco, ma senz’altro più infelice. Con una cosa, però, non voglio e non posso chiudere. E questa cosa è il lasciare, nel mio piccolo, un mondo più pulito di come l’ho trovato».

Insomma, per Insinna anche dietro quel fuorionda c’è un complotto e un piano contro di lui. Per “fermarlo”. D’altronde bisogna capirlo: in un paese malato di complottismo poteva esimersi?

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