Una lettera ti mette a nudo: il Festival delle Lettere 2017

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2017-07-25

La prima e più grande manifestazione italiana dedicata alla scrittura in carta, penna e francobollo vuole riempire ogni forma di distanza, fisica, culturale o sociale attraverso una lettera

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Cosa usereste per comunicare con uno dei tanti cervelli in fuga, con chi ha dovuto andare all’estero per trovare una collocazione degna dei suoi studi, del suo impegno e delle sue potenzialità? La cosa più ovvia sarebbe inviargli una mail e, nel caso non aveste il suo indirizzo di posta elettronica, un messaggio attraverso un social network, strumento di comunicazione che annulla le distanze e riduce i tempi. Fino al 15 agosto, però, potete optare per un’alternativa, che a molti potrà sembrare un po’ datata e che, invece, sta facendo riscoprire a molti italiani un vecchio modo di comunicare che si pensa caduto in disuso.

Una lettera ti mette a nudo: il Festival delle Lettere 2017

Parliamo di carta e penna, strumenti che molti non sono avvezzi ad utilizzare, ma il cui fascino possono scoprire partecipando alla tredicesima edizione del Festival delle lettere. Il Festival – la fase conclusiva con la premiazione dell’edizione 2017 si terrà a Milano al Pavillon dell’Unicredit (piazza Gae Aulenti) il 14 e il 15 ottobre prossimi – nasce a fine del 2004 dall’idea di un gruppo di amici che, colpiti dall’uso frenetico dei nuovi mezzi di comunicazione da parte dei giovani, si sono chiesti se la “vecchia” lettera scritta a mano sarebbe mai sopravvissuta a questa tempesta generazionale. La gestione e organizzazione oggi è dell’Associazione 365GRADI di Milano.
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In dodici anni sono state oltre ventimila le lettere, scritte rigorosamente a mano, che hanno impresso su carta i sentimenti degli italiani sui più disparati argomenti: da Lettera al mio nemico (2005) alla Lettera al mio “dio” (2006); a quella al genio della lampada (2007) per passare a una Lettera a un bugiardo (2008). Sono seguite Lettera a uno straniero (2009); Lettera a un giornalista (2010); Lettera di dimissioni (2011); Lettera a un italiano (2012); Lettera di scuse (2013); Lettera a un sogno (2014); Lettera di pancia (2015); Lettera a un artista (2016).

Riempire le distanze

La prima e più grande manifestazione italiana dedicata alla scrittura in carta, penna e francobollo, spiegano gli organizzatori, vuole riempire ogni forma di distanza, fisica, culturale o sociale attraverso una lettera:

“Scoprire che nell’era degli sms e delle e-mail il piacere della scrittura via posta è capace di riscuotere ancora così tanto successo, è qualcosa per cui vale davvero la pena stupirsi. La lettera ha sicuramente un fascino che va al di là delle mode e del tempo. Forse perché è padrona del tempo in un modo davvero speciale. Innanzitutto perché ha quasi la stessa età della scrittura. Poi perché è una forma di comunicazione che fa dell’attesa una sua parte integrante. In più, la lettera è un territorio universale: appartiene alle donne e agli uomini, ai giovani e agli anziani, ai colti e ai meno colti. Sono pochi i concorsi a cui può partecipare un bambino di 5 anni come una vecchietta di 95”.


Chi vuole, quindi, può armarsi di carta e penna e inviare il suo manoscritto che sarà vagliato da una giuria composta, tra gli altri, dall’editrice Rosellina Archinto e dal direttore di Repubblica Mario Calabresi. Tutte le info su www.festivaldellelettere.it.

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