Fabrizio Piscitelli: le minacce ai giornalisti nel luogo dell’omicidio di Diabolik

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-08

“Qui arrivano 2-300 persone de noi, o’ sai che ve fanno?”: così i giornalisti sono stati accolti al parco degli acquedotti sulla via Tuscolana

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“Ve ne dovete anna'”, “Sai dove te la ficco quella telecamera?”, “Te devi leva’ co’ quaaa luce, te stacco la testa”, “Qui arrivano 2-300 persone de noi, o’ sai che ve fanno?”: così i giornalisti sono stati accolti al parco degli acquedotti sulla via Tuscolana dove è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa Fabrizio Piscitelli in arte Diabolik, ex ultrà della Lazio poi condannato per traffico di stupefacenti e per la scalata alla S.S. Lazio.

Diabolik era seduto su una panchina quando è stato ucciso. Il killer, che indossava una tuta da jogging, si è avvicinato alle sue spalle. Ancora da chiarire se l’aggressore fosse a volto coperto. Per chi indaga Diabolik probabilmente aveva appuntamento con qualcuno. Il parco si trova a diversi chilometri da Grottaferrata dove l’uomo abitava.  Sarebbero almeno due i testimoni presenti in quel momento: un ragazzo che faceva jogging e una donna sulla panchina. Qualcuno avrebbe visto scappare il killer a piedi lungo via Lemonia. La figlia è arrivata sul luogo del delitto in serata: “Giorgia si era sposata tre settimane fa, era felice, e ora tutto questo… Era molto legata al papà con il quale condivideva anche la passione per la Lazio”. “Lui era felice per la figlia, perche’ aveva sposato un bravo ragazzo”, ha aggiunto Sergio. Sul posto ci sono ancora diversi tifosi laziali accorsi per dare l’ultimo saluto a ‘Diabolik’.

Il nome di Fabrizio Piscitelli era spuntato anche nelle carte dell’inchiesta Mafia capitale, tra le persone che erano in affari con l’ex Nar Massimo Carminati. Gli inquirenti considerano ‘Diabolik’ a capo della ‘batteria di Ponte Milvio’, ”una batteria particolarmente agguerrita e pericolosa”. “Ha fatto una scalata pazzesca, controlla Ponte Milvio con due albanesi e i napoletani, gente cattiva”, dice lo spacciatore ‘Freddi’ parlando del capo degli ultras della Lazio.

Non è la prima volta che un esponente del tifo organizzato biancoceleste viene raggiunto da colpi di pistola. Per due volte, nel 2007 e nel 2013, Fabrizio Toffolo, altro componente di spicco della Curva Nord della Lazio, era stato gambizzato in zona Caffarella, all’Appio Latino, non lontano da dove questa sera è stato ucciso con un colpo alla testa Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Assieme a lui anche Toffolo, nel 2015, era stato condannato nell’ambito processo di primo grado per il tentativo di scalata alla Lazio che nel 2006 aveva coinvolto anche l’ex bomber icona del primo scudetto biancoceleste, Giorgio Chinaglia. Il parco dove questa sera + avvenuto l’omicidio di Piscitelli è quello degli Acquedotti, a via Lemonia, reso celebre a livello internazionale negli ultimi anni anche per esser stato utilizzato come set di alcune scene con vista sull’acquedotto romano del film ‘La Grande Bellezza’ di Paolo Sorrentino. Una zona residenziale vicino agli studi di Cinecittà solitamente mai al centro di fatti di sangue così efferati.

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