L’esposto sulla Rimborsopoli M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-03-13

L’ex attivista Debora Borgese, assistita dall’avvocato Borré, chiede alla magistratura se sussistano i presupposti per procedere contro i parlamentari che avrebbero falsificato i bonifici e sono stati eletti in Parlamento: «Oggi si parla di condono, ma gli attivisti esclusi meritano rispetto»

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L’ex attivista del M5S Debora Borgese rappresentata dall’avvocato Lorenzo Borrè sta per presentare un esposto per chiedere alla magistratura se sussistano i presupposti per procedere contro i parlamentari che avrebbero falsificato i bonifici, come emerso nel corso dell’inchiesta condotta da “Le Iene Show” sul caso Rimborsopoli. La tesi dell’esposto è che grazie all’artificio della falsa attestazione di restituzioni che non sono state in realtà effettuate, i parlamentari successivamente eletti Buccarella, Martelli e Cecconi «hanno artatamente creato una falsata rappresentazione della realtà, che ha indotto in errore l’associazione che li ha candidati (e segnatamente l’on.le Luigi Di Maio, il quale ha più volte chiarito che la falsa attestazione delle – in realtà non avvenute – restituzioni era incompatibile con la permanenza nell’associazione/partito, circostanza peraltro confermata per fatti concludenti dalle sopra ricordate espulsioni irrogate nei confronti di altri parlamentari iscritti all’associazione del 2009 per violazioni del codice etico assai meno gravi, nonché dalla minaccia di espulsioni nei confronti dei fedifraghi, cui sarebbe stata imposta, fuori tempo utile, la firma di un atto di rinuncia alla candidatura che non ha alcun effetto, così come non ha[vrebbe] alcuna cogenza riguardo alla rinuncia alla carica elettiva conseguita).

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La lista dei “morosi” pubblicata dal blog di Beppe Grillo (Corriere della Sera, 18 febbraio 2018)

La tesi dell’esposto è che il comportamento degli eletti possa essere sanzionato dal combinato disposto degli artt. 640 e 61 n. 7 (ultima parte) del Codice Penale. L’articolo 640 parla del reato di truffa mentre il 61 spiega quali sono le aggravanti dell’eventuale reato. Aver esibito attestazioni di bonifici poi revocati, spiega l’esposto, ha “procurato un ingiusto profitto a chi lo ha posto in essere in quanto ha consentito ai fedifraghi di concorrere ad una prestigiosa e ben remunerata carica elettiva, poi effettivamente ottenuta”. Le loro condotte appaiono “determinate da motivi di lucro e hanno cagionato alle persone offese (ovvero coloro che avrebbero potuto essere eletti al posto dei candidati) un danno patrimoniale.

carlo martelli rimborsopoli stipendio parlamentari - 1

Ma anche il gruppo parlamentare dell’associazione/partito M5S “subirà un danno patrimoniale di rilevante gravità in quanto i finanziamenti che il Gruppo riceve sono commisurati al numero dei parlamentari iscritti”. «Non nascondo i miei personali dubbi e perplessità verso chi è rimasto in silenzio e non ha promosso alcuna iniziativa per tutelare i propri diritti e lo svolgimento di una leale competizione elettorale», dichiara Debora Borgese. «Se l’allontanamento di questi parlamentari fosse avvenuto in tempi precedenti delle parlamentarie, si presume che questi candidati venissero esclusi a priori. Oggi invece si parla di “condono”: gli attivisti esclusi meritano rispetto, come il Capo Politico che nella passata campagna elettorale ha dovuto affrontare anche questa umiliazione».

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