«Emanuele Dessì? Non so se ha picchiato un ragazzo rumeno»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-03-21

Il rapporto francamente curioso tra Danilo Toninelli e la realtà si avvale di un altro tassello: la negazione di quello che il senatore Dessì ha già ammesso

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Danilo Toninelli continua ad avere un rapporto curioso con la realtà dei fatti. E un colloquio con Federico Capurso della Stampa sul caso di Emanuele Dessì, sospeso e ufficialmente rinunciatario al seggio secondo il MoVimento 5 Stelle in campagna elettorale e poi reintegrato una volta chiuse le urne. Sostiene Danilo Toninelli:

Per imporsi al M5S serviranno i numeri. Ogni singolo parlamentare, quindi, diventa fondamentale. Compreso chi in piena campagna elettorale era finito tra gli «impresentabili».

Come Salvatore Dessì, senatore fresco di proclamazione con la promessa sventolata da Di Maio delle sue immediate dimissioni una volta eletto, e invece ieri riaccolto nell’ovile pentastellato. «La sospensione era dovuta al caso dell’affitto irrisorio per una casa popolare, che è stato poi dichiarato legittimo. Il giorno dopo l’elezione ha comunicato il cambio di reddito, nonostante avesse diciotto mesi per farlo. Dessì rientra nelle nostre regole».

E qui già ci sarebbe da discutere. Perché il caso dell’affitto della casa popolare per quanto riguarda Dessì non è mai stato un segreto, anzi: faceva parte degli attacchi politici al consigliere grillino a Frascati da parte del Partito Democratico che esprimeva il sindaco e la maggioranza in consiglio comunale. Questo manifesto, per il quale lo stesso Dessì presentò querela per diffamazione, già lo metteva all’indice anni fa. Eppure il M5S non ebbe alcun problema a candidarlo: segno che nessuno ci aveva trovato nulla di male.

Ma la parte più interessante è quella successiva:

«Poi non so se ha davvero picchiato un ragazzo rumeno», aggiunge Toninelli, nonostante lo stesso Dessì abbia ammesso pubblicamente l’aggressione. «Non mi sembra però che ci siano pendenze penali». E al mestiere del mediatore, in fondo, serve anche questo: riuscire a trovare del buono, nonostante tutto.

Appurato infatti che Dessì aveva e ha pieno diritto a vivere nella casa popolare a 7 euro al mese secondo le leggi nazionali e regionali e che nessuno ha messo in dubbio a Frascati l’assegnazione della casa popolare, una certezza nel suo caso c’è. Ovvero che lo stesso Dessì ha fatto sapere su Facebook di aver picchiato almeno tre volte cittadini stranieri in seguito di quelle che lui ha definito “offese gratuite”.

emanuele dessì rumeno

Ecco quindi che Danilo Toninelli riesce nella miracolosa impresa di assolvere Emanuele Dessì per qualcosa di cui non era accusato e di negare invece l’unica “colpa” di cui è reo confesso: quello di aver reagito in modo violento a una provocazione. Gli status su Facebook, come le leggi, con i nemici si applicano e con gli amici si interpretano.

Leggi sull’argomento: Che fine hanno fatto le “mele marce” di Luigi Di Maio?

 

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