Cultura e scienze
Elena Cattaneo e la Francia che boccia l’omeopatia
neXtQuotidiano 13/07/2019
La scienziata segnala cosa succede a Parigi e ricorda che in Italia sprechiamo 50 milioni di euro per detrazioni Irpef di prodotti privi di evidenze terapeutiche, tra cui gli omeopatici
La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo scrive oggi una lettera al Messaggero per parlare della Francia che boccia l’omeopatia dopo il parere dell’Autorità di Sanità che ha escluso qualunque efficacia per i prodotti omeopatici:
Il parere dell’Autorità di sanità, arrivato il 28 giugno scorso, ha innescato un intenso dibattito pubblico che si è concluso martedì scorso con la decisione del governo di seguire le indicazioni dell’Has: dal 2021, il servizio sanitario nazionale non rimborserà più le spese sostenute per l’acquisto di preparati omeopatici. E già dal prossimo anno il rimborso, che attualmente copre il 30% della spesa, sarà dimezzato al 15%, mentre l’Ivaaumenterà dal 2,1% al 10%.
Il parziale mantenimento del rimborso per tutto il 2020 non trova ragioni d’efficacia terapeuticama è dettato principalmente dalla necessità economica dil asciare alle industrie come la multinazionale Boiron, vero e proprio colosso del settore, il tempo di riorganizzarsi rispetto ai paventati contraccolpi dei mancati rimborsi. La scelta francese segue quella del National Health Service britannico che ha revocato i fondi alle “cure” omeopatiche nel 2017.
È invece del 2015 il parere altrettanto negativo dell’ente di ricerca medico australiano, il National Health and Medical Research Council che, a valle di un’analisi di 225 studi originali e 57 revisioni sistematiche, ha concluso che per nessuna condizione di salute ci sono prove scientificamente affidabili sull’efficacia dell’omeopatia.
Sempre in Francia, per ottobre, si attende una decisione del Consiglio nazionale dell’ordine dei medici sul mantenimento o meno del “diritto al titolo ”di omeopati per i medici con tale orientamento. Poco più di un anno fa, a Lille, la facoltà di medicina chiudeva i corsi di omeopatia, e la loro definitiva soppressione negli altri atenei, come chiedono ufficialmente i medici docenti, è parte dell’attuale dibattito.
Sul fronte scientifico, è di un mese fa la notizia del ritiro, da parte della rivista Scientific Reports, dell’ultimo studio-fake rilanciato con enfasi dalle lobby di settore e, purtroppo, anche da alcuni quotidiani nazionali che avrebbe provato l’efficacia sui ratti di un antidolorifico omeopatico. Lo studio, com’era prevedibile per una disciplina che non ha alcuna base scientifica, si è rivelato manipolato e inconsistente. Una fake news, insomma, venuta alla luce e disinnescata grazie a una tempestiva e più che opportuna iniziativa di un gruppo di ricercatori e scienziati italiani.
E la Cattaneo chiude con un richiamo alla specifica idiozia italiana:
In questo senso sarebbe ragionevole rimeditare la spesa che oggi sosteniamo, nell’ordine di 50 milioni di euro annui (stime Gimbe/2017), per le detrazioni Irpef di prodotti scientificamente privi di evidenze terapeutiche, tra cui gli omeopatici. Magari destinandola – restando all’attualità – al finanziamento di borse di specializzazione per i nostri giovani medici, la cui carenza sta determinando un “imbuto formativo” che, senza decise correzioni, porterà ad un pericoloso avvitamento del Sistema sanitario nazionale.
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