Domenico Arcuri dalle mascherine alla scuola

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-07

Il commissario all’emergenza che polemizzava con i liberisti da divano si occuperà della fornitura di gel, mascherine e “ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici, utile a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021

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Sarà il commissario all’emergenza Domenico Arcuri a occuparsi della fornitura di gel, mascherine e “ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici, utile a garantire l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020-2021, nonché a contenere e contrastare l’eventuale emergenza nelle istituzioni scolastiche statali”. Lo prevede una norma contenuta nella bozza del decreto Semplificazioni che dovrebbe essere confermata nel testo finale. Il commissario potrà provvedere “nel limite delle risorse assegnate allo scopo con Delibera del Consiglio dei Ministri a valere sul Fondo emergenze nazionali” e può procedere subito all’affidamento di contratti, senza aspettare il trasferimento dei fondi alla contabilità speciale. Calabrese di Melito Porto Salvo, Arcuri è stato amministratore delegato di Invitalia per cinque anni. Laureato in Economia alla Luiss di Roma, nato professionalmente nella consulenza (nell’allora Arthur Andersen e poi in Deloitte) vanta una lunga esperienza nelle aziende pubbliche, un mondo le cui regole solo in parte sono le stesse delle private. Arcuri, 57 anni, è passato dall’Iri, e più precisamente dalla direzione pianificazione e controllo. Lì si occupò di telecomuncazioni e informatica. Arcuri è abilissimo anche nelle relazioni politiche: nei tredici anni a Invitalia è passato indenne da otto governi, di destra e sinistra.

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Di recente aveva stretto buoni rapporti con il MoVimento 5 Stelle, cosa che gli aveva garantito la riconferma ad Invitalia. Ma Arcuri era e resta un amico del ministro del Tesoro e del suo mentore politico, Massimo D’Alema. Nelle ultime settimane, prima che l’emergenza costringesse il governo a rinviare i rinnovi nelle grandi aziende pubbliche partecipate dallo Stato, il nome di Arcuri era circolato per sostituire Alessandro Profumo alla guida di Leonardo. Il suo periodo come commissario all’emergenza è stato caratterizzato dalle polemiche sui “liberisti da divano” per la questione delle mascherine: cosa avevano detto i “libberisti”? All’epoca della fissazione del prezzo a 50 centesimi avevano fatto notare  che fissare un prezzo imposto è inutile o aumenta la scarsità. Più precisamente è inutile se il prezzo di mercato è già inferiore ai 50 centesimi, aumenta invece la scarsità in caso contrario. Questo per il semplice fatto che un rivenditore rinuncerebbe ad acquistare tutti i lotti disponibili sul mercato a un prezzo uguale o maggiore di 50 centesimi, allo stesso modo un’impresa rinuncerebbe a produrre mascherine se non fosse in grado di venderle al distributore a un prezzo ben inferiore ai 50 centesimi.

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