Il quinto uomo: un italiano nella morte di Desirée Mariottini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-28

Un tale Marco avrebbe fornito gli psicofarmaci per drogare la sedicenne. Gli altri tre hanno impedito di chiamare i soccorsi che avrebbero salvato la ragazzina

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C’è anche un italiano nella tragedia di Desirée Mariottini. Il mix letale di stupefacenti e psicofarmaci che le è stato somministrato prima della violenza sessuale è stato fornito da uno spacciatore italiano, che i magistrati stanno cercando. Lui avrebbe aiutato i quattro accusati a preparare la trappola fatale in cui è incappata la sedicenne di Cisterna di Latina morta nella notte tra il 18 e il 19 ottobre in uno stabile abbandonato in via dei Lucani a San Lorenzo.

Un italiano nella morte di Desirée Mariottini

Gli accusati per ora sono Mamadou Gara, senegalese 26enne, Brian Minteh, 43 anni e anche lui cittadino del Senegal, il nigeriano Chima Alinno e il ghanese Yusif Salia. Hanno impedito di chiamare i soccorsi dopo aver drogato la ragazzina e l’hanno abbandonata.  Dall’ordinanza appare chiaro che a fornire gli psicofarmaci che sono stati somministrati alla vittima sia stato un italiano, tale Marco, al quale ora gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Stefano Pizza, stanno dando la caccia. Ibrahim, l’unico che ha parlato, ha negato ogni responsabilità e fatto i nomi di altri. Mentre Alinno, pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, ha detto al suo avvocato, Giuseppina Tenga, «mai mi sarei permesso di toccarla… si vedeva che era una bambina». Ma per il giudice quei tre sono colpevoli. A inchiodarli soprattutto le testimonianze di due donne straniere che frequentavano l’immobile di via dei Lucani.

Desiree: polizia ferma due persone
Mamadou Gara e Brian Minteh

Agli atti c’è anche il racconto di alcuni testimoni che avrebbero visto una ragazza litigare con “Paco, Sisco e Ibrahim” (il primo è Mamadou Gara) accusandoli di averla uccisa. I tre, sempre secondo i testimoni, avrebbero impedito a chiunque di aiutare la 16enne. Scrive la gip: «Sin dal pomeriggio del 18 ottobre, la ragazza manifesta lo stato di stordimento strumentalizzando il quale gli indagati abusano di lei. Ma esso si aggrava così da tramutarsi in una condizione di dormiveglia prima e in coscienza poi che viene immediatamente avvertita dai presenti allorché trasportano il corpo della ragazza dal container al capannone». Spiega ancora il giudice che «è in tale fase che Youssuf, Ibrahim e Sisco, che pure sono presenti, ridimensionano la gravità delle condizioni della ragazza e impediscono che vengano allertati i soccorsi, assumendo lucidamente la decisione di sacrificare la giovane vita per garantirsi l’impunità o comunque qualsivoglia fastidioso controllo delle forze dell’ordine».

Le indagini e le manifestazioni

Nelle prossime ore il gip Tomaselli, che ha convalidato i fermi, dovra’ decidere se emettere o no un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre cittadini africani. Sara’ invece il giudice di Foggia a pronunciarsi sul fermo del quarto uomo, il gambiano Yusuf Salia, bloccato ieri dalla polizia con 10 chili di marijuana.Intanto in giornata si temevano tensioni a San Lorenzo per le due manifestazioni contrapposte dell’Anpi e di Forza Nuova, ma non ci sono state occasione di contatto e tutto si è svolto in tranquillità.

forza nuova desiree mariottini san lorenzo - 12

Un centinaio di militanti di destra, guidati dal leader di Forza Nuova Roberto Fiore, sono partiti dalla sede del movimento per raggiungere San Lorenzo, ma l’assembramento finale si e’ tenuto a Porta Maggiore, dove sono partiti cori e ululati razzisti contro gli immigrati, insieme ai saluti romani. Mentre si e’ conclusa con il canto di ‘fischia il vento’, intonato da tutte le centinaia di persone presenti a piazza dell’Immacolata, la manifestazione “pacifica” organizzata da Anpi, Arci e movimenti in memoria di Desirée Mariottini.

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