Coronavirus: i contagi in crescita e la mortalità doppia in Piemonte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-08

Il Piemonte ha la percentuale di malati più alta del Nord Italia, con un record negativo a Torino. Vittime aumentate del 20% in 7 giorni, ancora mancano le mascherine

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Nel Piemonte in cui è lontana la fase 2 per la ripresa delle attività nell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 i contagi continuano a crescere mentre la mortalità è doppia: è la terza regione per contagi e, tolte Campania e Molise, che tuttavia hanno numeri assoluti bassi, nessuno cresce così: più 5, 7% negli ultimi cinque giorni, Torino quasi a più 7, peggior provincia del Paese. Spiega oggi La Stampa che nell’ultima settimana le vittime sono aumentate del 20%, record nazionale.

Solo la Lombardia ha più ricoverati in terapia intensiva, le Rsa sono una polveriera, i dormitori pure, dei 6 mila tamponi su medici e infermieri 780 hanno dato esito positivo. Del resto negli ospedali continuano a mancare le protezioni: sono state distribuiti 7,6 milioni di mascherine, ma la mega fornitura da 30 milioni, più 30 milioni di guanti, si fa attendere. In Piemonte ci si ammala di più, ci sono più ricoverati gravi e un tasso di mortalità doppio rispetto alla media. Solo in parte si spiega con l’età media della popolazione. C’è dell’altro: ritardi ed emergenze sottovalutate per settimane e ora al vaglio della magistratura. Sono almeno tre i fari puntati dalle procure: protezioni, strage nelle case di cura e tamponi.

È la prima settimana di marzo quando il virologo Giovanni Di Perri chiede alla Regione di non limitarsi a testare chi ha sintomi evidenti ma anche i sospetti, e i loro contatti. È la strategia
del Veneto. L’Unità di crisi allestita da Alberto Cirio tira dritto, seguendo le linee guida del ministero e dell’Oms. Dieci giorni dopo cambi: ora si eseguono stabilmente circa 2.500 analisi al giorno ma il Piemonte resta la sesta regione: anche Toscana e Lazio ne hanno fatte di più pur avendo la metà e un terzo dei casi. «È una situazione che paghiamo», spiega un medico, «perché quando arrivano in ospedale i pazienti sono spesso gravi, il che spiega la situazione delle terapie intensive e i decessi». Che in Veneto, forse non a caso, sono la metà rispetto alla popolazione.

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Coronavirus: i numeri del Piemonte e il confronto con Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto (fonte dati)

La Regione è stata solerte nel raddoppiare i posti in terapia intensiva. Come è stata dura sui divieti: scuole chiuse quando il governo le voleva riaprire, stretta su uffici, mercati, parchi.

Sulla prevenzione, invece, è caduta. Dei tamponi si è detto, ma lo stesso è avvenuto nelle residenze per anziani. Le prime segnalazioni risalgono al 13 marzo, i tamponi sono stati effettuati tra il 2 e il 3 aprile e nel frattempo, per citare i casi più gravi nel Torinese, a Grugliasco sono morte 25 persone, a Brusasco 15, a Trofarello 22. La Regione non sembra avere la situazione sotto controllo. L’assessora Chiara Caucino lunedì ha fornito dati spaventosi: su 3 mila tamponi nelle Rsa, 1. 300 positivi. Ieri ha incredibilmente rettificato: i positivi sarebbero 189 ma ci sarebbero 1.100 sospetti. I dormitori sono la prossima emergenza. Domenica Torino ha dovuto ricavare 120 posti per i senzatetto i in strutture dove ci sono positivi tra ospiti o operatori: situazione denunciata il 16 marzo.

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