Cultura e scienze
Chi sono quelli che credono ai complotti?
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-01-19
Una ricerca dell’Università di Amsterdam mostra che destra e sinistra sono accomunate da un’alta percentuale di complottisti che pensano che risolvere i problemi del mondo sarebbe semplicissimo se non ci fosse di mezzo il NWO
Ogni mattina un complottista si alza e sa che dovrà fare i conti con una realtà che non gli piace e con un mondo fatto da persone che faranno di tutto per avvelenarlo, ucciderlo o ridurlo in schiavitù facendolo diventare un automa senza volontà. I complottisti, lungi dall’essere razionali coltivatori del dubbio e dei feroci critici della verità ufficiale sono in realtà delle persone spaventate da una realtà che si ostina a non conformarsi ai loro desideri e deve essere effettivamente abbastanza frustrante essere dei “risvegliati” in mezzo milioni di persone che ancora sono intrappolate dentro la Matrix divina.
LAGGENTE NON SI FANNO PRENDERE PER IN GIRO
Generalmente quando si critica la stramba genìa dei complottisti il coro delle risposte è sempre lo stesso: chi vi paka? Perché non confutate in modo serio le teorie del complotto portando delle prove a favore delle vostre tesi? Oppure, perché deridete coloro che continuano a tenere acceso il cervello e a coltivare il dubbio? Non è che in realtà i “sempliciotti” siete voi che accettate senza discutere la verità che il Governo/i mass media/Big Pharma e i poteri forti vi cacciano in gola ogni mattina? Per la risposta alla prima domanda è sufficiente leggere qui, per quanto riguarda la seconda l’onere della prova spetta ai complottisti e non ho ancora visto una prova degna di questo nome riguardo le scie chimiche, haarp o il finto sbarco sulla Luna. Senza contare che saper scegliere come confrontarsi e rispondere ai deliri di un pazzo che crede all’esistenza dei rettiliani fa parte della capacità di saper argomentare e di mantenere la propria sanità mentale. Riguardo invece la presunta capacità dei complottisti di saper coltivare il dubbio, direi che contestare in modo radicale qualsiasi aspetto del mondo esteriore (alla mente dell’individuo) non equivale a coltivare il dubbio ma è una postura mentale che nega dignità alla realtà a favore di un’auto-costruzione interna. Insomma è un’atto di violenza che la mente del complottista esercita in modo continuativo sulla realtà, a prescindere dalla sostanza dei fatti che mette in questione. Dubitare di tutto come modus operandi non ti rende più intelligente o sveglio degli altri, semplicemente rivela qualche problema di dissociazione. Se siete dei complottisti o dei teorici della cospirazione globale mettetevela via, dire che siete dei complottisti non è un modo per screditare la vostra ricerca della verità: è il metodo che usate (e le “soluzioni” che proponete) che scredita la vostra “ricerca della verità”. È la “teoria del tutto” alla quale molti complottisti aderiscono (“il NWO che finanzia le scie chimiche tramite il signoraggio per poter coprire gli attentati dell’11 settembre impiantandoci una malattia come li morgellons che serve a controllare le nostre menti tramite microchip RFID e a trasformarci in robot”) a mostrare come non si tratti di “pensiero critico” quanto di un delirio molto ben strutturato.
QUANDO ESTREMA DESTRA E SINISTRA RADICALE SI INCONTRANO (SUL SET DEL FINTO SBARCO SULLA LUNA NELL’AZZURRO MARE D’AGOSTO)
Tutti ne conosciamo almeno uno, e generalmente sappiamo che anche se ama proclamarsi orgogliosamente “né di destra né di sinistra” in realtà una ricerca sembra mostrare che chi crede alle teorie del complotto con molta probabilità è una persona molto a destra, oppure molto a sinistra. Lo studio, dal titolo “Political Extremism Predicts Belief in Conspiracy Theories”, condotto dal Professor Jan-Willem van Prooijen dell’Università di Amsterdam mostra come i gruppi di “estrema destra” e “di sinistra” siano più propensi a credere alle teorie del complotto che vedono come protagonisti gli altri gruppi politici. Il motivo, scrive Jan-Willem van Prooijen, è che sia chi sta “molto a destra” che chi sta “molto a sinistra” aderisce a sistemi di pensiero molto rigidi e codificati e questo li porta a ritenere che le loro idee politiche siano le uniche, semplici, soluzioni a tutti i problemi della società. Questo non vuol dire che estrema destra e sinistra radicale siano la stessa cosa, insomma non è un punto a favore della teoria degli “opposti estremismi”. La ricerca mostra invece come chi ha una predisposizione a pensare che la complessità del reale possa essere governata tramite soluzioni semplici (“usciamo dall’euro e stampiamo più moneta così saremo tutti più ricchi”) tendenzialmente è più propenso a credere alle teorie del complotto. In base ai dati raccolti dal gruppo di ricerca guidato da Van Prooijen persone che si collocano agli estremi dello schieramento politico credono più ai complotti rispetto a chi sta “al centro”. Il che non vuol dire che siano gli unici a credere ai complotti, naturalmente.