La storia delle «tracce di vita» sulla Cometa CP67

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-07-07

Alcuni quotidiani ieri hanno rilanciato la sensazionale notizia della scoperta di vita organica sulla Cometa CP67 Churyumov-Gerasimenko. Peccato che non sia affatto vero

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C’è vita sulla Cometa 67P Churyumov-Gerasimenko? Nei giorni scorsi alcuni studiosi hanno ipotizzato che sulla Cometa 67P ci potrebbero essere delle forme di vita, piccoli microorganismi che vivrebbero sotto la sottile crosta superficiale della cometa. La cosa sarebbe una notizia sensazionale, non solo perché sarebbero le prime forme di vita aliene ma soprattutto perché proprio in questi giorni si sta risvegliando il lander Philae che è atterrato sulla cometa il 12 novembre 2014 e quindi l’attenzione dei media si sta nuovamente concentrando sulla missione Rosetta dell’ESA. Il problema di questo incredibile annuncio è che ad oggi non ci sono informazioni riguardanti forme di vita sulla Cometa 67P.


SOLO UN GRANDE SASSO?
Una delle teorie scientifiche che spiegano la nascita della vita sulla Terra sostiene che microornanismi e batteri sarebbero arrivati sul nostro pianeta grazie alle comete, che avrebbero avuto il ruolo di “inseminatrici” spaziali. Chandra Wickramasinghe dell’Università di Buckingham e Max Wallis dell’Università di Cardiff sostengono che i dati in arrivo dalla cometa mostrano la presenza di forme di vita. Una notizia simile era già stata diffusa dall’Huffington Post poco dopo lo sbarco di Philae sulla cometa. Il problema è che al momento i dati raccolti non indicano segni di attività biologica. Il che non significa che non sarà possibile individuarne in futuro ma che un’affermazione del genere attualmente non è supportata dai fatti. Non è vero quindi, come scrive invece l’Independent, che Philae non è attrezzato per individuare la presenza di forme di vita perché l’ESA non ha voluto che questi fossero caricati a bordo del lander. Come spiega oggi Uwe Meierhenrich sul Guardian Philae è dotato degli strumenti necessari per analizzare la presenza dei composti chimici che indicano la presenza di attività biologica. Meierhenrich, che ha accesso ai dati prodotti da COSAC – lo strumento in grado di rilevare la presenza di molecole organiche – pubblicherà la lista delle scoperte fatte sul numero di Science in uscita a fine luglio. Secondo quanto anticipato al Guardian al momento le molecole identificate non sarebbero formate in seguito all’attività di organismi viventi.


CHE FINE HA FATTO PHILAE?
Per quanto romantica e affascinante l’affermazione che sulla Cometa 67P ci siano attualmente delle forme di vita non è quindi corroborata da alcun dato scientifico raccolto dagli scienziati che collaborano con il team ESA della missione Rosetta. Al momento il controllo missione è impegnato a ripristinare le comunicazioni tra il lander e l’orbiter: uno dei problemi è dovuto alla posizione di Philae che non consente la trasmissione dei messaggi a Rosetta (che fa da relay con il centro di controllo sulla Terra).


Philae si è risvegliato il 15 giugno ed ha inviato dati al Lander Control Center (LCC) di Colonia ma da allora i tentativi di stabilire una linea di comunicazione stabile non sono andati a buon fine. Un tentativo è stato fatto ieri di nuovo senza alcun successo.


Nel frattempo Rosetta continua il suo viaggio nel Sistema Solare all’inseguimento della Cometa CP67, ieri si trovava a 160 km di distanza dalla cometa, a 282 milioni di km dalla Terra e a 199 milioni di km dal Sole.

La posizione di Rosetta rispetto alla  Terra, al Sole e alla cometa CP67
La posizione di Rosetta rispetto alla Terra, al Sole e alla cometa CP67

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