Clamoroso: a Roma i carabinieri scoprono che AMA non raccoglie la monnezza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-05

Storia dell’indagine più facile del mondo: il NOE “scopre” che in alcune zone della città i cassonetti della monnezza non venivano svuotati a giugno e i rifiuti rimanevano lì. Ma AMA se la può cavare pagando una multa. Che pagheremmo noi romani. Noi che abbiamo una delle TARI più alte d’Italia adesso dovremo pagare una multa perché l’AMA non fa il suo dovere. Non è tutto così surreale?

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L’attuale direttore tecnico di AMA, Massimo Bagatti e l’ex consigliere di amministrazione dell’azienda Massimo Ranieri sono indagati dalla Procura di Roma per lo stoccaggio non autorizzato di rifiuti legato alla mancata raccolta dell’immondizia nella Capitale nel mese di giugno, che ha prodotto accumuli di sacchetti attorno ai cassonetti.

Clamoroso: a Roma i carabinieri scoprono che AMA non raccoglie la monnezza

Sì, avete capito bene: a Roma i carabinieri del NOE hanno scoperto che AMA non ha raccolto la monnezza a giugno: i romani potrebbero a questo punto metterli nei guai e testimoniare che la monnezza non è stata raccolta anche in altre occasioni, si direbbe ad occhio. In ogni caso quella che vi stiamo raccontando sembra proprio l’indagine più facile del mondo. Il comunicato dei carabinieri recita:

Nello scorso mese di giugno, a seguito delle difficoltà mostrate da Ama S.p.a. nella raccolta dei rifiuti nel territorio cittadino, i militari del Noe hanno avviato delle indagini, coordinate dalla procura di Roma, mirate a verificare le cause del disservizio.

In particolare, gli uomini del Comando tutela ambientale hanno messo sotto stretta osservazione alcuni Municipi, allo scopo di “verificare la sussistenza di reati ambientali in relazione all’ammasso dei rifiuti, continuativo e sistematico, generatosi nelle aree dedicate al conferimento degli stessi da parte dell’utenza”.

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Foto della monnezza a Roma il 5 giugno 2019

Quindi sì, i dirigenti AMA sono stati indagati perché i rifiuti non sono stati raccolti nonostante AMA sia pagata per farlo (profumatamente: incassa una delle tariffe più alte d’Italia per un servizio che la stessa sindaca di Roma ha definito “una merda”):

Indagini che hanno permesso di accertare la commissione del reato, previsto dal Testo Unico Ambientale, di “stoccaggio non autorizzato di rifiuti, all’interno ed in prossimità dei cassonetti stradali”, conseguenti all’inadeguata attività di raccolta ed avvio a recupero/smaltimento degli stessi rifiuti, in disapplicazione delle clausole sottoscritte nel nuovo ‘Contratto di Servizio tra Roma Capitale e Ama S.p.a. per la gestione dei rifiuti urbani e servizi di igiene urbana” (anni 2019/2021).

A giugno gli impianti di trattamento di Rida ad Aprilia sono andati in manutenzione dimezzando i flussi di spazzatura romana in entrata. Rida dichiarava di non avere più sbocchi dove dirottare il materiale trattato e smaltito e chiedeva lumi alla Regione sulle discariche realmente utilizzabili perché «manca un piano di redistribuzione»:«Avevamo precisato che la nostra disponibilità era inderogabilmente legata a un piano di redistribuzione. Tale pianificazione non è arrivata, pertanto, siamo stati costretti a dimezzare le quote in ingresso di Ama presso il nostro impianto a decorrere dal 20 maggio». Quindi AMA aveva un motivo per evitare di raccogliere: non sapeva dove stoccare. Insomma, vi starete chiedendo voi: ma è una cosa seria? Parrebbe di no, visto che l’ANSA fa sapere che tutto si potrebbe chiudere con una multa ad AMA.

Le indagini, partite dopo alcuni esposti presentati nel giugno scorso da alcuni cittadini, hanno portato i militari dell’Arma ad effettuare controlli in alcuni Municipi di Roma tra cui anche il centro storico dai quali sono emersi delle irregolarità nell’attività di raccolta. In particolare nella zona di Prati e Pigneto gli inquirenti hanno verificato che i cassonetti poco dopo essere stati svuotati tornavano a riempirsi nuovamente e pertanto il servizio non era adeguato alle necessità della zona. Il reato potrebbe essere estinto con il pagamento di una multa da parte dell’Ama.

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La TARI a Roma e nelle altre città (Il Messaggero, 21 marzo 2018)

Roma paga una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia, i carabinieri “scoprono” che AMA non fa quello per cui è pagata (se vogliono approfondire possono controllare se AMA fa per caso bene almeno uno dei servizi per i quali è profumatamente pagata), AMA se la può cavare con una multa. Che pagherebbe con i soldi che le arrivano. Ovvero quelli dei romani. Praticamente noi romani abbiamo la tariffa rifiuti più alta d’Italia, la città meno servita e più zozza e ora dobbiamo pagare una multa perché abbiamo la città zozza e paghiamo le tasse più alte d’Italia. Logico, no?

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