Chi vuole portare i soldi fuori dall’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-21

L’identikit: sono risparmiatori che hanno maturato un giudizio estremamente negativo sull’operato del governo e più generale sulla prospettiva Paese e agiscono di conseguenza

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Il Corriere della Sera oggi illustra i risultati di un sondaggio IPSOS per conto di ACRI (l’associazione delle casse di risparmio italiane) sul risparmio degli italiani. Che è tornato a crescere dopo la crisi ma si sente a rischio dopo gli ultimi sviluppi dello scontro tra il governo italiano e l’Unione Europea. In particolare secondo la ricerca oggi si è ripreso ad accumulare: il 48,5% dichiara di fare risparmi senza troppe rinunce. A loro va aggiunto un 38% abitudinario «che non vive tranquillo se non mette da parte qualcosa». Ma all’interno di questo insieme c’è anche chi è molto preoccupato e vuole portare i suoi soldi fuori dall’Italia. Spiega Dario Di Vico:

In cima alla piramide dei risparmiatori troviamo infine coloro che si pongono come tema prioritario «portare i soldi fuori dall’Italia». È evidente che si tratta di risparmiatori che hanno maturato un giudizio estremamente negativo sull’operato del governo e più generale sulla prospettiva Paese e agiscono di conseguenza. Secondo gli addetti ai lavori si tratta di uno strato estremamente sottile, culturalmente cosmopolita e in grado di affrontare le procedure necessarie per implementare la propria scelta.

Dal punto di vista quantitativo i numeri dei deflussi di capitale da parte di investitori esteri cominciano ad essere significativi (44 miliardi dall’inizio dell’anno). Da un’indagine Censis i clienti del private banking italiani, risparmiatori che hanno qualche centinaio di migliaia di euro di patrimonio mobiliare, per il 53,6% considerano l’Italia «un Paese sempre meno ospitale per chi ha risorse da investire».

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(Corriere della Sera, 21 novembre 2018)

C’è poi una novità che riguarda le banche: se qualche tempo fa gli istituti di credito erano considerati l’emblema stesso delle politiche di austerity ed erano accusate di aver truffato il risparmio, oggi l’orientamento è mutato. Quantomeno si tende molto a distinguere tra il sistema bancario senza volto e «la mia banca», infatti la fiducia nel mondo creditizio è quotata da Ipsos 32 mentre quella nei confronti della propria banca 61.

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(Corriere della Sera, 21 novembre 2018)

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