Come Checco Zalone ha preso in giro l’italiano medio bigotto e omofobo a Sanremo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-02

Una favola sulla Calabria e i transessuali brasiliani: così Checco Zalone ha impostato il suo intervento contro l’omofobia al Festival di Sanremo

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Inizia con la Calabria, vira sui trans brasiliani e alla fine arriva a meta: la condanna dell’omofobia. Checco Zalone sceglie la modalità ‘favola’ per il suo incipit e poi prosegue sulle note del celebre brano di Mia Martini, ‘Almeno tu nell’universo’, rivisto e corretto, sul palco dell’Ariston come ospite d’onore di Sanremo 2022.

Parla benissimo della Calabria, per poi concludere con uno spiazzante “ne ho detto bene, così non possono offendersi questi terroni!”. Quindi, inizia la fiaba con il mitico “c’era una volta” ambientata “in un calabro villaggio”, alternando la lettura del testo da parte di Amadeus con i dialoghi che Zalone rende con forti accenti calabrese e ‘brasileiro’ dei personaggi coinvolti.

Per arrivare al finale fra un vecchio professore di greco antico e un trans brasiliano, che alla fine sentenzia: “Di me si sa che io sono metà e metà, ma tu sei un coglione intero!”.

Il monologo ha spaccato l’opinione pubblica, tra chi – conscio del modo di fare ironia di Zalone e dei temi a lui cari – ha apprezzato il modo con il quale il comico ha messo alla berlina i luoghi comuni dell’italiano medio, bigotto e omofobo. E chi invece non ha reputato la performance di stasera all’altezza di quelle del “solito” Zalone, ritenendo che sia caduto a sua volta lui stesso in stereotipi come quello del brasiliano transessuale.

“Sto qui, con la gente vera!”, aveva urlato dalla galleria del teatro Ariston, prima di scendere e raggiungere il palco, dove lo attendeva Amadeus. “Amo il popolino”, spiega il comico pugliese.

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