Ceuta, la foto del migrante incastrato tra radiatore e batteria dell'automobile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-09-01

La fotografia scattata dalla Guardia Civil documenta la disperazione dei migranti

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Repubblica pubblica oggi la fotografia scattata dalla Guardia Civil a Ceuta di un uomo incastrato tra radiatore e batteria di un’automobile che cercava così di arrivare in Spagna passando per il Marocco. La foto è questa:
ceuta uomo incastrato radiatore batteria cofano
A fare la scoperta gli uomini della Guardia Civil che, insospettiti per il comportamento ‘nervoso’ del guidatore, hanno fermato e ispezionato l’automobile, scoprendo due clandestini nascosti in posizione fetale uno nel vano motore, l’altro in uno spazio sotto il sedile posteriore. Le foto della ‘scoperta’ sono state pubblicate sull’account twitter della gendarmeria spagnola dove è stato spiegato che i due uomini, provenienti entrambi dall’Africa sub-sahariana, sono stati soccorsi dalla Croce Rossa e portati in ospedale con evidenti segni di disidratazione, spossatezza e mancanza di ossigeno. Racconta Michele Smargiassi su Repubblica:

Un vuoto, una cavità meccanica che viaggia vuota e va, beata lei, dove a te non permettono di andare, che progetti impossibili fa venire agli uomini per i quali viaggiare è proibito? Sono fotografie irreali, queste degli smontaggi alla frontiera, sembrano grotteschi collage, c’è un uomo che esce dal cruscotto, un uomo intero,lì dove ti sembra possano starci solo gli occhiali scuri e la biro, c’è una mano che spunta dalla feritoia dell’autoradio, l’automobile in queste fotografie diventa un mostro meccanico-organico,come in un film dell’orrore.
Ma cosa diremmo allora se vedessimo le foto che non ci fanno vedere, se mai ci sono, dei ragazzi che abbracciano il carrello di un aereo che se li porta su, su, fino all’asfissia, o allo schiacciamento? Eppure foto così, che oggi ci arrivano in tempo reale, che il motore non si è ancora raffreddato, per dire,le abbiamo già viste. No, non solo dalla frontiera fra Messico e Usa, non solo da tutte le altre frontiere invalicabili della globalizzazione asimmetrica che vi vengono in mente. Le abbiamo già viste nei musei, nei libri, in vecchi album in bianco e nero.

 
Il caso ricorda quello del bambino rinchiuso in un mini trolley le cui foto ai raggi x hanno fatto il giro del mondo. Mentre alcune settimane fa un giovane marocchino era morto soffocato, nascosto all’interno di una valigia su un traghetto diretto ad Almeria.
bimbo trolley
All’inizio di agosto un giovane marocchino è stato meno fortunato del bambino immortalato dai raggi x, ed è morto asfissiato durante il viaggio su un traghetto diretto ad Almeria, in Spagna. Gli ultimi episodi pubblicizzati sui media sono solo squarci sul mondo dell’immigrazione clandestina, un gigantesco fiume sotterraneo di cui i grandi, luttuosi episodi dei naufragi nel Mediterraneo o dei migranti soffocati stipati nei cargo dei Tir, sono solo piccoli punti emersi. Un mondo in cui spesso la disperazione si unisce all’ingegno inventivo, specialmente negli stretti “colli di bottiglia”, come l’imbarco dei camion per la Gran Bretagna a Calais, lo stretto di Gibilterra, le enclave spagnole in Nord Africa: passaggi obbligati altamente sorvegliati, dove gli spazi di manovra e quelli per nascondersi sono limitati e piccoli, senza boschi o campi dove scappare né il grande spazio di un mare o di un deserto dove sperare di essere invisibili. E così i media online britannici raccontano una miriade di microepisodi accaduti negli ultimi mesi. Il Mail Online, ad esempio, mostra il video di un migrante incappucciato fatto uscire dallo spoiler di un Tir a Calais, che si dilegua per i campi. Testimoni raccontano – e fotografano – di una dozzina di clandestini che improvvisamente si materializzano uscendo dagli sportelli delle Citroen C1 nuove fiammanti stoccate su una bisarca parcheggiata sull’autostrada a Rochester, nel Kent, nel sud-est dell’Inghilterra. O di un pullman inglese appena tornato da una gita scolastica in Francia dal quale, davanti agli occhi “scioccati” dei genitori arrivati a riabbracciare le loro figlie adolescenti, saltano fuori tre o quattro africani, prontamente arrestati. Tutti presumibilmente imbarcati in un “arrembaggio” a Calais.

Leggi sull’argomento: Il migrante nella valigia

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