Cosa c'entra Mafia Capitale con Francesco Totti?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-06

Spoiler: niente. Ma Libero e Il Giornale, con un articolo del Fatto…

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Oggi Il Fatto Quotidiano riporta una notizia sulla società Immobiliare Ten di Francesco Totti, del fratello Riccardo e della mamma Fiorella, e su un contratto di affitto per alcuni immobili di sua proprietà stipulato dal Comune di Roma e da quello che all’epoca si chiamava Sismi. L’articolo è tratto da un capitolo del lnuovo libro di Lirio Abbate e Marco Lillo “I Re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di Mafia Capitale”, appena uscito per Chiarelettere, nel quale gli autori raccontano dello spreco di denaro pubblico che c’è stato, e c’è (43 milioni l’anno), dietro i Caat, una parolina criptica che sta per Centri di assistenza abitativa temporanea, creati nel maggio 2005 dal consiglio comunale.

La società Immobiliare Ten del Capitano ha ottenuto dal Comune di Roma più di 5 milioni di euro in sei anni, per l’affitto di 35 appartamenti arredati in una zona dell’estrema periferia romana. Grazie al canone accordato dall’amministrazione, la società ha potuto realizzare negli anni utili interessanti: nel 2013 (ultimo bilancio depositato in Camera di commercio), 128.000 euro;nel 2012 addirittura 184.000.
Il punto è che il grande affare di Francesco Totti con il Campidoglio è stato fatto, come è accaduto per il gruppo Pulcini e per Salvatore Buzzi, grazie anche a un signore che oggi è in galera: Luca Odevaine. Nessuno è indagato per queste storie, ma resta lo sperpero di denaro pubblico (…).

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E ancora:

Grazie al canone accordato dall’amministrazione, la società ha potuto realizzare negli anni utili interessanti: nel 2013 (ultimo bilancio depositato in Camera di commercio), 128.000 euro; nel 2012 addirittura 184.000. Il punto è che il grande affare di Francesco Totti con il Campidoglio è stato fatto grazie anche a un signore che oggi è in galera: Luca Odevaine, grande tifoso giallorosso e amico del capitano che addirittura fece pubblicare un necrologio nel 2005 in occasione della morte del padre del capo di gabinetto di Veltroni.
Il bando vinto – Odevaine era infatti il presidente della commissione che doveva decidere chi inserire nella lista degli immobili a disposizione del Comune per l’emergenza abitativa. Il 27 settembre 2007, si legge nel libro “I re di Roma”, l’Immobiliare Dieci Srl “spara” l’offerta: per l’affitto di via Tovaglieri chiede un canone annuale complessivo di 1 milione e 280.851 euro. In pratica Francesco Totti, o meglio, l’amministratore di allora che non era il fratello Riccardo – subentrato solo nel 2009 – ma il commercialista Adolfo Leonardi, chiede al Comune di Roma di pagare più di 3.000 euro al mese per ognuno dei 35 appartamenti del palazzo di Tor Tre Teste.

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La notizia c’è tutta, visto l’alto canone e i protagonisti della vicenda. Ma se Luca Odevaine è oggi in carcere effettivamente nell’inchiesta Mafia Capitale, che cosa c’entra quello che ha fatto all’epoca in cui era dirigente di Veltroni con l’inchiesta? E soprattutto: che c’entrano gli “affari der Pupone” con “Mafia Capitale”? Nel titolo e nel sommario dello spezzone del libro di Abate e Lillo il Fatto non cita mai Mafia Capitale, giustamente. Perché aggiungerlo? Ma soprattutto: sono questi i giornali che da anni inneggiano allo scarso garantismo altrui?

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