Economia

Catia Bastioli di Novamont risponde alle accuse sui sacchetti biodegradabili

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-04

«Avrò visto Renzi quattro o cinque volte in tutto. Noi nel 2016 abbiamo fatturato 170 milioni di euro, con circa una quota di mercato del 50% a livello europeo»

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Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, l’azienda finita nella bufera per il Sacchetti-Gate di fine anno e per un articolo del Giornale che la chiamava in causa, risponde oggi alle accuse mosse a lei e alla sua azienda sulla vicenda:

In che rapporti è con Renzi?
«Avrò visto Renzi quattro o cinque volte in tutto. E sia chiaro, nel 2011 non mi ha neppure invitato lui alla Leopolda ma fu Ermete Relacci a dirmi che avevo un progetto interessante e dovevo presentarlo lì. Quando poi Renzi è diventato presidente me ne sono tenuta ben alla larga dalla Leopolda».
Grazie alle biobuste a pagamento quanto guadagnerete?
«Noi nel 2016 abbiamo fatturato 170 milioni di euro, con circa una quota di mercato del 50% a livello europeo. Se invece parliamo dei numeri del business del bioplastico in Italia sono circa 450 milioni di euro totali, di tutte le imprese, che sono circa 150. Dunque c’è una filiera integrata, ampia. Se il mercato crescerà anche noi potremmo ottimizzare le capacità produttive e potremmo avere anche noi la nostra fetta di mercato, se saremo bravi».

catia bastioli novamont sacchetti

Ma di chi è la colpa di questo polverone?
«Certo che se si dice alla gente che dovrà pagare 50 euro l’anno… I sacchetti si pagavano anche prima, solo che non venivano evidenziati i costi pagati dai consumatori. Se adesso si dice che hanno un prezzo è per farne utilizzare meno alla gente. Si vuole diminuire la plastica e riutilizzarla per la differenziata. Ma non c’è stata la giusta informazione dal governo».

Racconta Wikipedia che Catia Bastioli, laureata in chimica, prima come Direttore tecnico, poi come Direttore generale e infine come Amministratore delegato, ha trasformato Novamont da centro di ricerche a industria di riferimento nel settore delle bioplastiche e dei prodotti da fonte rinnovabile a basso impatto ambientale. Oggi con le bioplastiche Mater-Bi, oltre ai sacchetti, si producono posate, piatti, bicchieri, giocattoli, vaschette alimentari, teli per pacciamatura biodegradabili.

Leggi sull’argomento: Ma davvero serve etichettare i mandarini? Verità e bugie sui sacchetti bio

 

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