Economia

«Carige, perché il salvataggio non basterà»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-18

L’aumento di capitale appeso alla decisione del socio forte Malacalza. Dopo la maxi operazione, però, resterà un istituto ingessato da ingenti perdite, margini in calo e prestiti fermi

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Dopo l’esposto in Consob dei piccoli azionisti su Carige, Fabio Pavesi e Ferruccio Sansa sul Fatto Quotidiano spiegano che, ammesso che l’assemblea lo approvi,  l’aumento di capitale della banca genovese metterà a posto i conti, ma in buona parte si volatilizzerà subito. Questo perché anche il salvataggio conserva alcune incognite legate al contenuto dell’accordo quadro sottoscritto da Carige, Fondo interbancario (Fitd), Schema volontario di intervento (Svi) e Cassa centrale banca (Ccb): 32 pagine che il Fattoha potuto consultare.

Con la manovra Carige si troverebbe con requisiti patrimoniali tra i migliori in Italia e pulita da sofferenze e incagli. Ma la lunga agonia dell’istituto ha fiaccato la gestione ordinaria che neanche i commissari sono riusciti a tamponare. Solo nei primi sei mesi 2019 la banca ha chiuso con una perdita di 428 milioni.

Per più di 300 milioni dovuto alla pulizia delle sofferenze, ma con il conto economico andato a picco. Il margine d’interesse è crollato del 39% in 12 mesi a soli 66,6 milioni. Le commissioni sono scese del 13%con i ricavi totali che hanno perso il 7,5%. La banca ha anche dovuto spesare in accantonamenti-rischi oltre 85 milioni, il 40% dell’intero monte ricavi, per sanare i contenziosi passati.

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Così il capitale che (se dovesse passare il piano in assemblea) verrà iniettato nella banca sarà subito eroso. Del resto gli stessi commissari hanno messo nero su bianco le nuove perdite attese per il semestre in corso. Nel piano industriale appena rivisto dai tre commissari Carige dovrebbe chiudere il 2019 con perdite per oltre 770 milioni, 350 milioni in più di giugno. Il pareggio si avrà solo nel 2021. Ce n’è abbastanza per preoccupare i nuovi soci forti, i trentini di Ccb, perché Carige appare di fatto congelata.

I prestiti sono visti fermi a 11,7 miliardi fino a tutto il 2023, la raccolta è calante, i ricavi totali in crescita di un modesto 3%. L’utile arriverà solo, secondo i commissari, da un profondo dimagrimento della banca: via un terzo del personale, costi operativi tagliati di oltre 130 milioni fino al 2023. Carige sarà senza sofferenze e con capitale sopra i requisiti Bce, ma un istituto che non farà più nuovo credito. Banca forte, solida, ma che non farà il suo mestiere di prestare denaro all’economia . Salvi, ma quasi inutili.

Leggi anche: Carige in liquidazione costerebbe 9 miliardi

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