Il bonus facciate per la ristrutturazione degli edifici

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-17

Bonus ristrutturazione facciate immobili: l’agevolazione è prevista per un solo anno e quindi sarà possibile detrarre i costi sostenuti nel 2020. Non ci sono limiti di spesa o di reddito per le persone che usufruiscono del bonus

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Il Bonus facciate è la detrazione del 90% delle spese sostenute per la ristrutturazione delle facciate degli edifici. Si tratta di una proposta avanzata dal ministro dei beni culturali Dario Franceschini e che nelle intenzioni dovrebbe servire ad abbellire le città. Spiega oggi il Corriere della Sera che il bonus si ispira dichiaratamente alla Legge Malraux, approvata in Francia nel 1962 su proposta dello scrittore e allora ministro André Malraux.

L’agevolazione è prevista per un solo anno e quindi sarà possibile detrarre i costi sostenuti nel 2020. Non ci sono limiti di spesa o di reddito per le persone che usufruiscono del bonus. Non è previsto nemmeno un fondo per coprire i costi. La convinzione è che l’incentivo si possa finanziare da solo mettendo in moto un numero di cantieri tale da compensare o addirittura superare, attraverso il gettito aggiuntivo dell’Iva, il costo delle agevolazioni.

Ma quale potrebbe essere l’effetto concreto? L’Unione europea delle cooperative ricorda che in Italia ci sono 1,8 milioni di edifici che hanno oltre cento anni. In realtà il bonus facciate non prevede requisiti particolari per i palazzi da restaurare, e può essere applicato anche agli edifici moderni. E questo a differenza della legge francese che, sebbene cambiata più volte, poteva essere applicata solo agli edifici storici.

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Il bonus facciate per la ristrutturazione degli edifici (Corriere della Sera, 17 ottobre 2019)

In materia di trasferimenti immobiliari, le imposte ipotecaria e catastale in cifra fissa per quelli soggetti a imposta di registro, dunque tra privati, passa da 50 e 150 euro ciascuna sia per la prima casa che per gli altri immobili. Simmetricamente scende da 200 a 150 euro il doppio prelievo sui trasferimenti soggetti a Iva, dunque quando a vendere è un’impresa. Il saldo per il bilancio dello Stato è evidentemente positivo.

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