Economia
L’autocertificazione per pagare meno tasse universitarie
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-03
Il ministero ha deciso di accettare le autocertificazioni degli studenti che potranno dichiarare, per esempio: «Nei tre mesi di emergenza mio padre ha perso il posto di lavoro» o «nel periodo dell’epidemia da coronavirus si sono fortemente ridotte le entrate dell’attività di famiglia»
Il ministro dell’Università Gaetano Manfredi nel corso di questa settimana vuole chiudere i decreti attuativi degli articoli di legge che, all’interno del decreto rilancio, riguardano gli atenei pubblici e l’Alta formazione artistica e musicale. Il cuore della questione, scrive oggi Repubblica, è l’innalzamento dell’asticella dell’Isee, l’indicatore della situazione economica dell’iscritto (e della sua famiglia). La no tax area passerà da 13.000 euro lordi a 20.000.
E l’area di sconto sarà compresa tra 20.000 e 30.000 euro (prima erano previste quattro fasce tra i 15.000 e i 30.000 euro). In questo secondo blocco, spiega ancora il ministro, l’abbattimento medio della tassazione sarà del 50 per cento, «e ancora più elevata per i redditi bassi». La situazione economica figlia di quella epidemica non sarà accertabile con i tempi e gli strumenti dell’Isee — la prima rata delle tasse universitarie si paga tra il 30 settembre e il 15 novembre — e il ministero ha deciso di accettare le autocertificazioni degli studenti che potranno dichiarare, per esempio: «Nei tre mesi di emergenza mio padre ha perso il posto di lavoro» o «nel periodo dell’epidemia da coronavirus si sono fortemente ridotte le entrate dell’attività di famiglia». Di fronte a queste dichiarazioni, lo studente potrà essere collocato nella casella “no tax” o in quella “area scontata”.
Con il miliardo e quattro messo a bilancio lo scorso 11 maggio, si è deciso di mettere nella disponibilità diretta dei 65 atenei pubblici italiani cinquanta milioni vincolandoli all’abbattimento delle tasse: i Senati accademici decideranno in autonomia in quale modo. Ci sono, ancora, 40 milioni di Stato per aumentare le borse di studio e chiudere il fenomeno degli aventi diritto non beneficiari: «Auspichiamo che questa cifra si raddoppi con l’intervento delle Regioni», dice il ministro, che teme un crollo delle matricole del 20 per cento. Venti milioni sono a bilancio per affrontare la distanza di opportunità digitali, il digital divide.
Nei prossimi decreti attuativi entrerà un incentivo per la chiamata di studenti e docenti dall’estero: «Potremmo utilizzare lo strumento del bonus legato a progetti di ricerca o ad attività complementari. Vogliamo favorire, soprattutto, il rientro degli italiani».