Anastasiya Kylemnyk era la cassiera del gruppo di spacciatori?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-29

Oggi sarà sentita in procura come testimone e rischia l’incriminazione per falsa testimonianza. Una delle ipotesi investigative è che abbia recitato la parte dell’insospettabile corriere con i soldi nascosti nel suo zainetto. Un’altra è che fosse la cassiera di un gruppo organizzato per lo spaccio

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Anastasiya Kylemnyk, fidanzata di Luca Sacchi ucciso mercoledì davanti a un pub di Roma, sarà interrogata oggi in procura a Roma come testimone. Non avrà quindi bisogno di un avvocato perché non è attualmente indagata, ma in questa veste non potrà mentire perché potrebbe in quel caso finire sotto accusa per false dichiarazioni al pubblico ministero.

Anastasiya Kylemnyk era la cassiera del gruppo di spacciatori?

Come riporta il GIP Corrado Cappiello nell’ordinanza c’è un nuovo testimone che smentisce la versione fornita dalla ragazza di nazionalità ucraina: la sera di mercoledì scorso il giovane si trovava davanti al distributore di sigarette vicino al «John Cabot Pub». La versione è riportata oggi dal Corriere della Sera: «La sua attenzione viene attirata da alcuni schiamazzi; quindi nota una persona vicino a una Smart bianca modello four four con luci e motore acceso che cammina verso via Bartoloni con un braccio teso lungo il corpo, come se impugnasse qualcosa; giunto all’altezza dell’incrocio questi alza il braccio e subito dopo si sente un forte fragore e un lampo di luce provenire dalle mani del ragazzo, il quale subito dopo ritorna verso la vettura, allontanandosi».

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La ricostruzione dell’omicidio di Luca Sacchi (Il Messaggero, 25 ottobre 2019)

Dunque la pistola sarebbe stata estratta da Valerio Del Grosso prima dell’aggressione raccontata da Nastia (nickname della ragazza sui social). La ragazza sostiene invece che Paolo Pirino provò a strapparle la borsa, colpendola con una mazza. Luca la difese sferrando un pugno, ma poi fu ucciso dal complice. I tabulati telefonici analizzati da chi indaga raccontano in ogni caso una storia diversa rispetto a quella data a caldo dalla ragazza:

La baby sitter contatta in prima persona i due pusher di San Basilio, che poi mandano sul posto un loro emissario per controllare che lei disponga davvero della cifra necessaria all’affare. In questo scenario, che cancella l’ipotesi dell’acquisto di erba per uso personale, la fidanzata di Luca sembra muoversi con disinvoltura e sangue freddo. Il mediatore dei pusher, Simone P., racconta come la 25enne gli lasci in visione lo zaino con le «due mazzette da 20 e 50 euro (l’ammontare esatto della cifra, forse superiore ai 2mila, euro, è ancora da accertare, ndr) e poi lo riprende in attesa della consegna.

Tutti i buchi nel racconto di Anastasiya

Per questo adesso il suo ruolo si ridefinisce: secondo il Corriere una delle ipotesi è che abbia recitato la parte dell’insospettabile corriere con i soldi nascosti nel suo zainetto.

Luca ne era a conoscenza? Ne avevano parlato? Lo faceva abitualmente? E poi: cosa c’era e che fine ha fatto il secondo zainetto che un residente di via Teodoro Mommsen — lo stesso che dalla finestra del bagno di casa l’ha notata arrivare dove il fidanzato era caduto almeno un minuto dopo lo sparo— le ha visto sulle spalle mentre tentava di soccorrere Luca? Punti cruciali sui quali il pm Nadia Plastina, l’aggiunto Nunzia D’Elia e il procuratore reggente Michele Prestipino hanno delegato ampi accertamenti, ai quali però Nastia può fornire già oggi le prime risposte.

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Per Repubblica invece lei potrebbe essere la cassiera del gruppo:

La dinamica di quella notte (e forse non solo) parla chiaro: è Anastasiya che gestisce il denaro. Non c’è dubbio che sia lei a portare i soldi dentro allo zainetto. Forse è sempre lei che contratta, perché tutti i testimoni sono concordi nel dire che è la ragazza a mostrare il malloppo a chi deve verificarne l’effettiva presenza. La figura di Luca Sacchi, anche nell’ordinanza del gip che ha disposto che Valerio Del Grosso e Paolo Pirino rimangano in carcere, è assolutamente sfumata, marginale.

Mentre quella della fidanzata-baby sitter è più centrale. Dagli atti emerge che i rapporti con gli spacciatori e con gli amici di Del Grosso, li aveva Giovanni P., «amico intimo» della vittima. Ma chi parlava con P., chi organizzava con lui? È questa, ora, una delle domande per ritrovare il bandolo della matassa. Per capire perché un giovane incensurato sia morto in maniera così brutale in mezzo alla strada.

Intanto Armida Decina e Paolo Salice, i legali della famiglia Sacchi, non presteranno alcuna assistenza legale alla Kylemnyk: «Impossibile a livello morale»,dicono.

Leggi anche: Anastasia Kylemnyk e il colpo di mazza alla testa durante l’omicidio di Luca Sacchi

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