Anastasiya Kylemnik rischia l’incriminazione nell’omicidio di Luca Sacchi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-28

Un testimone sostiene che Anastasia Kylemnik è arrivata dopo lo sparo a Luca Sacchi. Lei ha negato la droga e ha sostenuto di essere svenuta dopo un colpo di mazza da baseball. Ma dal referto dell’ospedale non risultano ematomi alla nuca

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Anastasia Kylemnik rischia l’incriminazione nel caso dell’omicidio di Luca Sacchi. La sua versione non convince e il dubbio è che menta per nascondere qualcosa. Per questo motivo la pm Nadia Plastina sentirà la ragazza, di nuovo, in questi giorni. E per lei potrebbe scattare l’iscrizione sul registro degli indagati. La giovane, 25 anni, ha già nominato un avvocato.

Anastasia Kylemnik rischia l’incriminazione nell’omicidio di Luca Sacchi

Al vaglio c’è la versione data agli investigatori e ai media subito dopo la morte di Luca Sacchi, che traballa in molti punti. Tra cui uno di importanza fondamentale: un testimone ha raccontato ai magistrati che Anastasiya Kylemnik è arrivata subito dopo lo sparo: questa versione combacerebbe con il referto dell’ospedale che non ha trovato segni del colpo di mazza da baseball che la ragazza ha detto di aver ricevuto da Paolo Pirino prima che Valerio Del Grosso tirasse fuori la pistola e sparasse in testa alla vittima. Il signor Elio abita in via Franco Bartoloni e ha la finestra che si affaccia sul punto dell’omicidio. Oggi le sue parole vengono riportate da Repubblica:

«Mi stavo accedendo una sigaretta, sto al secondo piano, la mia finestra è esattamente davanti alla scena del crimine. Ho sentito bum: mi sono affacciato, è passata una macchina grigia tipo Golf, una cinque porte, ha girato (tra via Bartoloni e via Mommsen, ndr), e subito dopo ho visto il corpo di quel ragazzo per terra a faccia in su, con la mano destra aperta verso il cielo e la mano e il braccio sinistro verso terra».

Com’era posizionato?
«Verso di me, parallelo al bar. Il proiettile è finito nel pub forse perché cadendo il ragazzo si è girato. Intorno a lui non c’era nessuno. Sono corso a chiamare mia moglie, siamo tornati, ancora non c’era nessuno: sarà passato almeno un minuto».

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E la ragazza?
«L’ho vista arrivare da via Bartoloni, non stava vicino a lui, non ho sentito strilli, non ho sentito urla per il furto di una borsa, non c’è stata nessuna colluttazione, non ci sono state botte, c’è stato solo lo sparo. Quando è arrivata si è messa a urlare, lo abbracciava, gli teneva la testa, lo tamponava, urlava disperata: “Chiamate l’ambulanza!”. Intanto si era avvicinato un tipo e diceva: “Respira, respira ancora, sta respirando. È vivo”. Dieci minuti ancora ed è arrivata l’ambulanza».

La versione di Anastasia non trova conferme nemmeno nelle immagini delle telecamere di sorveglianza, che inquadrano la Smart dei killer che arriva in via Mommsen ma non il momento in cui i due 21enni Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati dell’omicidio, avrebbero provato a strappare la borsa della ragazza, colpendola con una mazza da baseball, respingendo poi la reazione di Sacchi con il colpo di pistola alla nuca. Tutto avviene in pochi attimi, tanto da far pensare che ci possa essere una fase precedente.

Luca Sacchi, il mistero dello zaino e dei 20mila euro

Lo zaino è stato ritrovato vuoto. Né Del Grosso né Pirino hanno detto cosa hanno fatto dei soldi che conteneva mentre qualcuno sostiene che la cifra che si trovava nel contenitore fosse molto più alta dei duemila euro in mazzette da 20 e 50 che viene citata nel decreto di fermo del pubblico ministero e che ammontasse a ventimila euro. I testimoni riferiscono che all’affare dovevano prendere parte tre ragazzi oltre a Nastia e che lei, dopo aver lasciato in visione lo zaino agli intermediari dei pusher per mostrare il denaro, lo ha ripreso in attesa della merce. Più di una ingenuità che la esponga alla rapina, sembra una procedura codificata in cui la ragazza riveste un ruolo da tramite.

 

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I due intermediari, Valerio R. e Simone P., mandati da Del Grosso in avanscoperta due ore prima per accertarsi che il gruppo di Anastasiya avesse veramente il denaro “per la merce”, dicono a verbale di essere rientrati al John Cabot insieme a Giovanni P., amico di Anastasiya, di buona famiglia e con un precedente specifico per stupefacenti. Non lontano c’è Domenico C. in piedi, più altri ragazzi che sono fuori dal pub. Si pensa anche che la droga da acquistare non fosse marijuana ma cocaina.

Cosa non torna nell’omicidio di Luca Sacchi

Valerio R. dice alla polizia: «Ero stato incaricato da Valerio Del Grosso di verificare se le persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare come convenuto “merce”». Con l’auto dell’amico Simone si presenta puntuale, in via Latina, dove gli ha indicato Del Grosso. È chiaro, dunque, che ci fosse un accordo precedente. Sul posto c’è Giovanni, al quale Valerio si presenta come “inviato” di Del Grosso. Spiega oggi Valentina Errante sul Messaggero:

Si legge nel provvedimento di fermo: «Una donna in quel contesto aveva lasciato uno zaino che lui stesso aveva constatato contenere soldi divisi in due mazzette da 20 e da 50 euro. Accertata la presenza del danaro, la ragazza aveva ripreso lo zaino». Un altro elemento viene fornito da Simone, che era insieme a Valerio: «All’acquisto – dice – erano interessati tre ragazzi e una ragazza, che aveva visto in quel contesto dinanzi al pub prima del delitto».

È chiaro dunque che il trait d’union tra i due gruppi di ragazzi fosse Giovanni, che conosceva entrambi. È a questo punto che arriva Del Grosso «che parlava con Giovanni – si legge ancora nel verbale – della cessione di “erba”.

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Anastasiya Kylemnyk e Luca Sacchi (Corriere della Sera, 28 ottobre 2019)

Sono tante le contraddizioni nella versione fornita dalla ragazza. In primo luogo, Anastasia nega che la sparatoria avesse a che fare con la droga, sostenendo che il denaro che avesse nella borsa fosse il suo stipendio appena incassato. Inoltre ha sostenuto di essere svenuta dopo essere stata colpita al capo da uno sconosciuto che le diceva: «Dammi la borsa». Ma dal referto dell’ospedale non risultano ematomi alla nuca.

Leggi anche: Anastasia Kylemnyk, lo zaino, gli sms e il mistero dei 20mila euro

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