Zangrillo e Crisanti che fa il fenomeno (lui invece fa la storia della Medicina)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-05

A Omnibus il primario del San Raffaele all’attacco: “Crisanti fino a poco fa era un parassitologo, non dovrebbe insolentire 10 scienziati che, insieme a me, hanno fatto la storia della medicina”

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Durante la puntata di Omnibus di oggi Alberto Zangrillo è tornato sulla polemica con Andrea Crisanti: Alessandra Sardoni chiede al primario del San Raffaele cosa pensa dell’intervista rilasciata alla Stampa in cui il professore dell’Imperial College fa notare che non ci sono prove che il virus sia diventato più “buono”. Zangrillo risponde che in questo momento non vi è malattia perché la carica virale e la capacità replicativa del virus non è in grado di produrla. Poi affonda: “Crisanti fino a qualche tempo fa faceva l’entomologo-parassitologo, e lo dico senza alcuna vena polemica, non ha mai raccolto il ramoscello d’ulivo. Preferisce fare una corsa da solista insolentendo dieci persone che, insieme a me, in questi giorni hanno fatto la storia della medicina per confutare le tesi di Remuzzi, Palù e Clementi che va a verificare la carica virale, vuole fare il fenomeno. Dica la sua verità, poi alla fine faremo le somme”.

alberto zangrillo andrea crisanti

E ancora: “Dobbiamo dire la verità ed evitare di creare terrorismo perché le conseguenze possono essere peggiori del COVID-19. Stamattina l’ordinario di microbiologia all’Università di Padova.”La cosa più importante è dare messaggi chiari agli italiani senza dire bugie. Bisogna dire che il rischio c’è, e che i comportamenti di distanziamento sociale e l’uso delle mascherine non devono essere abbandonati”. “La cosa che mi preoccupa di più in questo momento è la possibilità che rientrino in Italia, senza poterle intercettare, delle persone infette che possano riaccendere i focolai. La seconda cosa che mi preoccupa di più è che le persone pensino che il rischio è finito”. Per Crisanti “si possono mettere sotto sorveglianza le persone che provengono da aree in cui la trasmissione del virus è particolarmente esplosiva come, ad esempio, Cina, India, Brasile e Stati Uniti. Ci sono i mezzi per tracciare gli spostamenti e le persone che arrivano devono essere monitorate, non soltanto con la temperatura che non serve a niente”. In un’intervista al Gazzettino invece Palù lo aveva chiamato “zanzarologo”.

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