Attualità
L'ordinanza anti-prostituzione di Virginia Raggi
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-12-30
Fino a tre mesi di carcere o una multa da 206 euro per i clienti: così la sindaca di Roma vorrebbe fermare il fenomeno in città. Ma l’avvocatura del Campidoglio sconsiglia
Arresto fino a tre mesi oppure oblazione di 206 euro: a questo potrebbero andare incontro i clienti delle prostitute di Roma secondo un’ordinanza a cui lavora la sindaca Virginia Raggi, sfruttando l’articolo 650 del codice penale (“Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene”).
L’ordinanza anti-prostituzione di Virginia Raggi
Una via che sarebbe la stessa perseguita da Dario Nardella a Firenze e che però l’Avvocatura del Campidoglio sconsiglia alla prima cittadina, visto che è facilmente impugnabile davanti al tribunale amministrativo regionale: lo strumento dell’ordinanza prevede una durata stabilita nel tempo e una situazione di urgenza che nei fatti non ci sarebbe: lo stesso problema dell’ordinanza anti-botti di Capodanno. L’ordinanza di Nardella infatti è stata modificata con l’aggiunta di un limite temporale di sei mesi.
Nel caso del “modello Firenze” la denuncia penale scatta non per l’atto sessuale a pagamento (che non è reato) ma per l’inosservanza di un’ordinanza comunale. Tutto però può essere estinguibile, a fini del casellario giudiziario del cliente, se si paga una multa di 206 euro. I vigili, a cui spetterà applicare la disposizione, hanno in mano un dossier sulle vie del sesso: dalla Colombo alla Palmiro Togliatti passando per la Salaria. Altrimenti, scrive oggi Il Messaggero, il Comune ha in mente un piano B: ovvero passare dal nuovo regolamento di polizia urbana. Che già prevede la lotta a questo fenomeno aggrappandosi a motivi di viabilità, sicurezza dei residenti e igiene. La gestazione del regolamento in questione però sembra ancora abbastanza travagliata. Il documento deve passare prima dalla giunta, per essere poi approvato dal consiglio comunale.