«L’uomo dei soldi a Savoini a pranzo con Salvini»

II "plenipotenziario" marocchino Khabbachi, che diede i 150 mila euro cascati nella turca, nel novembre 2015 al ristorante "Gli Orti di Leonardo" con la leghista Souad Sbai (ex Pdl)

Ieri il Fatto Quotidiano ha raccontato una storia molto interessante e divertente su 150mila dollari ricevuti da Gianluca Savoini in Marocco e finiti per errore nella turca del bagno di un hotel. Oggi arriva la seconda e più succulenta puntata a firma di Thomas Mackinson e Luigi Franco, nella quale compare anche Matteo Salvini:



IL 27 NOVEMBRE 2015 c’era anche lui al ristorante milanese”Gli Orti di Leonardo”, a due passi dal Cenacolo, insieme a Mohammed Khabbachi e a tutta la combriccola di leghisti che un mese prima si era trasferita alla corte di Re Mohammed VI: Salvini, Savoini, l’intermediario e interprete Kamal Raihane, il figlio dell’ex patron del Torino Massimo Gerbi e il dentista Claudio Giordanengo. Non solo. L’indomani tutti ad esclusione di Salvini vanno alla partita Milan-Sampdoria.

Giordanengo, all’epoca consulente della segreteria del Carroccio per il Nord Africa, ancora oggi si stupisce: “Khabbachi è un tifoso del Milan e voleva a tutti i costi vedere una partita. Io non lo sono, e mi era sembrato strano che arrivasse dal Marocco per vedere una partita secondaria. La sera prima siamo andati a cena sui Navigli, mancava solo Salvini. Torno a dire che io in Marocco c’ero ed era una delegazione prettamente politica, a questo punto però non posso escludere che ci sia una storia parallela che è proseguita altrove”.



Ieri intanto Souad Sbai, ex parlamentare del Pdl di origini marocchine in passato vicina alla Lega, ha dichiarato: “L’idea del viaggio in Marocco nel 2015 fu mia, e mi attivai per chiedere alle autorità marocchine di ricevere Salvini. Ma una settimana prima del viaggio ricevetti una chiamata da Savoini, il quale mi disse che era tutto a posto, tutto sistemato, e che ci avrebbe pensato lui. Per me è stato meglio non andarci, pensa se avessi fatto parte della delegazione…”.



Alla domanda se quei 150mila euro fossero per un affare privato di Savoini o per la Lega nessuno risponde, e già altre se ne aggiungono: chi pagava le trasferte dei leghisti alla corte del Re che sembrano gite turistiche e d’affari? Giordanengo si rivela ancora prodigo di dettagli: “Pagavano i marocchini, almeno così mi è stata venduta. Io non ho visto nessun conto, non ho dovuto prendere il biglietto d’aereo né niente. E dunque, conseguentemente, sono stato completamente e totalmente spesato: avevo una macchina con autista. Idem per la partita, i pranzi e per le trasferte”.

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