Il Campidoglio vuole assumere altri tre giornalisti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-17

Attualmente ci sono 49 assunti a tempo indeterminato e 15 negli staff di assessori e sindaca. Se ne cercano altri abili nel fotoritocco e nel montaggio video

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All’ufficio stampa del Comune di Roma attualmente lavorano appena 49 giornalisti, a cui si sommano i 15 con contratti a tempo determinato che si trovano negli staff della sindaca Virginia Raggi e degli assessori. Pochini, appena 64. E che siano sotto organico e oberati di lavoro ne hanno piena contezza i malcapitati che hanno tentato di contattarli per avere conferme o risposte su fatti di cui dovevano scrivere: da circa un anno e mezzo, racconta oggi Giovanna Vitale su Repubblica, i telefoni di Roma Capitale squillano quasi sempre a vuoto, cercare conferme a una notizia è diventata un’Odissea, per non dire intervistare uno qualunque della giunta Raggi: le rare volte che la risposta è positiva, si pretende dal cronista l’invio di domande scritte e preventive, che però a tarda sera restano spesso senza riscontro. Per fermare l’emergenza lavorativa è pronto un bando per assumerne altri tre:

Già ribattezzato “Ufficio rettifiche” per la gran mole di smentite, precisazioni e diffide inviate con cadenza pressoché giornaliera alla stampa di ogni ordine e grado — portali, quotidiani, settimanali, quindicinali, persino mensili — le nuove reclute dell’Ufficio stampa dovranno possedere una lunga serie di competenze, tutte elencate in modo dettagliato.
Fra i requisiti, oltre a una «buona conoscenza dei programmi di montaggio video» nonché «delle tecniche standard di ripresa audio-video in relazione alle attrezzature di ultima generazione» — indispensabili nell’era dello streaming grillino, anche se ormai più predicato che praticato — alle tre reclute viene pure richiesto una «ottima conoscenza dei programmi di editing e delle tecniche standard di fotoritocco».

marco travaglio teodoro fulgione
Inutile ricordare che oggi nello staff della sindaca il portavoce Teodoro Fulgione svolge compiti pagati la miseria di 100mila euro l’anno, tra l’altro meno di quanto percepivano i suoi ultimi due predecessori. Anche lui è finito in una polemica (surreale) per l’accusa (senza riscontro) contenuta in un’intercettazione di Marra. Adesso per le nuove figure professionali ricercate dal Campidoglio si cerca gente abile con il fotoritocco e il montaggio video:

Nel mondo cinquestelle, si sa, l’apparenza è sostanza, non inganna. Curarla è allora un imperativo categorico. Un maldestro tentativo di trasformare la Comunicazione del Campidoglio in una sorta di Agenzia Stefani in miniatura: il luogo dove selezionare — ovviamente su input della politica — le notizie da raccontare alla città, i temi da porre in evidenza, le immagini a corredo. Con l’obiettivo implicito di controllare l’informazione il più possibile. Portando in dote delle autentiche liste di proscrizione: dentro, i cronisti sgraditi all’amministrazione, quelli da ignorare, insolentire, smentire, e dunque scoraggiare.

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