«L’autonomia mette in pericolo l’unità d’Italia»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-25

Lo Svimez evidenzia “molte perplessità sulle modalità di finanziamento dell’autonomia differenziata: la pretesa di trattenere il gettito fiscale generato sui territori è infondata, inconsistente e pericolosa”

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Le richieste di autonomia avanzate dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, cui faranno seguito a ruota altre regioni del Nord, “in assenza di riforme costituzionali”, potrebbero innescare “un percorso verso un sistema confederale, nel quale alcune Regioni si fanno Stato, cristallizzando diritti di cittadinanza diversi in aree del Paese differenti” mettendo così a rischio l’unità nazionale. A paventarlo è lo Svimez che rende nota un’analisi sul ‘federalismo differenziato’, elaborata dal Presidente Adriano Giannola e dal professor Gaetano Stornaiuolo della Federico II di Napoli, pubblicata sul numero 1-2 del 2018 della Rivista economica del Mezzogiorno edita dalla Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Nell’analisi si manifestano “molte perplessità sulle modalità di finanziamento dell’autonomia differenziata: la pretesa di trattenere il gettito fiscale generato sui territori è infondata, inconsistente e pericolosa”.

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Secondo lo studio Svimez l’autonomia differenziata è “da promuovere se è adeguatamente motivata e se aumenta l’efficacia e l’efficienza nell’uso delle risorse, senza compromettere il requisito di solidarieta’ nazionale”.”Le tre Regioni del Nord, pur con differenziazioni, hanno stilato – si ricorda – un lungo elenco di richieste su materie concorrenti, tra le quali la sanità e perfino alcune di legislazione esclusiva dello Stato, quali le norme generali sull’istruzione, con l’obiettivo di trasformare beni pubblici ‘nazionali’ in beni pubblici ‘locali’. Per tutte chiedono di assumere funzioni finora esercitate dallo Stato”. La SVIMEZ “rileva che i preaccordi con il precedente Governo, sono stati siglati senza un benché minimo richiamo alla necessita’ di garantire -dopo ben 10 anni- l’applicazione della legge 42 che stabilisce norme cogenti sul finanziamento dei fondi di perequazione territoriale e di garanzia integrale dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. A tale scopo la legge Calderoli 42 stabilisce che i diritti siano garantiti su tutto il territorio nazionale previa determinazione di fabbisogni standard ed in regime di costi standard”. Secondo SVIMEZ “le richieste di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto di acquisire le competenze in ambiti cruciali quali sanità e istruzione non può che avvenire in conformità al regime di piena operatività della legge 42 di attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”.

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