Economia
Il M5S vuole votare di nuovo la delibera sullo Stadio della Roma
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-04-18
La presidente della Commissione Urbanistica Donatella Iorio lancia l’ideona
Rimettere ai voti la delibera che ha attribuito il «pubblico interesse» allo Stadio della Roma a Tor di Valle: il MoVimento 5 Stelle Roma sembra essersi messo in testa un’idea meravigliosa per finire davanti alla Corte dei Conti a piangere per il danno erariale. Il Messaggero racconta oggi che Donatella Iorio, presidente della Commissione Urbanistica, sarebbe dell’idea di un voto bis perché nella prima delibera il presidente dell’Assemblea Capitolina era Marcello De Vito:
Il fatto è che quella delibera, all’epoca, venne messa in votazione da De Vito, il presidente dell’Assemblea capitolina finito agli arresti il 20 marzo, con l’accusa di corruzione proprio per avere favorito Parnasi nell’affare dello stadio. Prende corpo allora l’idea di resettare tutto. Ripartire da lì, dal voto del provvedimento, senza che DeVito, ancora in custodia cautelare, conduca i giochi sul pallottoliere.
Altrimenti su tutto l’iter di approvazione, si ragiona nel Movimento, potrebbe allungarsi l’ombra di quel vizio originario. La voce di un voto bis vortica da giorni nei corridoi di Palazzo Senatorio. E la conferma al Messaggero Donatella Iorio, grillina di ferro e presidente della Commissione Urbanistica del Campidoglio: «Ci stiamo ragionando, c’è la possibilità che la delibera sul pubblico interesse venga votata nuovamente», rivela al telefono, proprio perché il vecchio provvedimento era stato «messo ai voti da De Vito».
Ovviamente ci sono decine e decine di delibere che De Vito ha fatto votare, ma queste stranamente non vengono messe in discussione. Quella sullo stadio è invece attualmente a rischio proprio a causa dell’inchiesta su De Vito, perché ci sono visibili maldipancia tra i grillini. In più slitterebbe la variante urbanistica, già congelata da un anno.
Leggi anche: Sulla pagina Inps per la famiglia il brutto risveglio di chi ha preso il reddito di cittadinanza