Se lo spread svaluta i BtP conviene vendere?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-22

Le perdite sono solo virtuali se non si cede al panico. I grandi operatori si arricchiscono con le compravendite

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La Stampa oggi in un articolo a firma di Sandra Riccio affronta il tema della svalutazione dei BtP con la crescita dello spread e consiglia cosa fare ai piccoli risparmiatori che possiedono oggi un titolo che sta perdendo valore: meglio liberarsi del fardello o aspettare?

Chi ha acquistato in emissione lo scorso 21 maggio, il Btp Italia con scadenza 2026 oggi si ritrova con perdite sulla carta di oltre il 10%. Il prezzo è, infatti, sceso a quota 89,74 euro. Il pensiero di molti può essere quello di correre a liberarsi del fardello. «Si tratta di una mossa sbagliata – dice Giovanni Pesce, presidente del board di Fugen Sicav Raif -. Vendere adesso vorrebbe dire incamerare perdite in conto capitale, vale a dire perdite reali. Una decisione di questo tipo può essere giustificata solo dalla convinzione che l’Italia stia vivendo un’enorme crisi del debito sovrano, che però non reputo realistica».

Il default dello Stato è una possibilità molto remota, insistono nel dire gli operatori di mercato, che nella fase attuale vedono più che altro uno scontro politico che ha riflessi sui mercati. Per l’esperto, «nemmeno con lo spread a quota 400 è giustificata una vendita dei Btp in portafoglio e il livello corretto del differenziale tra Btp e Bund è intorno ai 150 punti base» dice Pesce. Gli esperti consigliano di guardare ai titoli a scadenza breve, che risentono meno delle tensioni in corso. Anche il parcheggio della liquidità sui conti deposito o sul conto è da valutare. Rende zero ma consente di stare lontano dalle perdite e di valutare con calma, una volta passate le bufere, che cosa fare.

88 milioni conto salvimaio
Le aste di BtP (Il Sole 24 Ore, 12 ottobre 2018)

E non finisce qui: in questi giorni di forte tensione sul nostro debito si sono create anche interessanti occasioni di guadagno. Le hanno sfruttate i grandi investitori istituzionali:

«Per esempio raccontano dalle sale operative italiane – ci sono state grandi realtà estere che hanno comprato il nostro debito a 312 di spread e poi l’hanno subito rivenduto con il differenziale sceso a 292 punti base». Su un investimento di 50 milioni di euro, questa mossa ha fruttato ottimi incassi. Il tutto in poche ore.

Leggi sull’argomento: La Trattativa con la UE sulla Manovra del Popolo

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