Simon Gautier: l’escursionista morto nel burrone e la mancata geolocalizzazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-19

Dopo alcuni giorni la mamma del francese e una ventina di suoi amici arrivano nel Sud Italia per cercare lo studente, accusando l’Italia di ritardi nei soccorsi. Ieri alle 19.30 il corpo del giovane viene avvistato in fondo a un burrone

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Il corpo di Simon Gautier, 27 anni, è stato ritrovato ieri ai piedi di un roccione in una località che si chiama Belvedere di Ciolandrea, nel Comune di San Giovanni a Piro (Salerno). L’escursionista francese era da due anni a Roma per preparare una tesi in storia dell’arte. Era arrivato a Policastro Bussentino (in provincia di Salerno) per trascorrere un po’ di tempo nel Cilento.

Simon Gautier: la morte dell’escursionista nel burrone e la mancata geolocalizzazione delle chiamate

Quello stesso giorno il ragazzo viene visto in diversi posti, compresa la foce del fiume Bussento. Poi entra in un supermercato per acquistare il cibo necessario al suo viaggio verso l’entroterra: alle 19.44 viene ripreso per l’ultima volta da una delle telecamere di sorveglianza del negozio. La mattina del giorno dopo, i l9 agosto, il francese chiama il 118: chiede auto, all’operatrice dice di essere caduto e di essersi rotto entrambe le gambe. Ma quando il 118 chiede di fornire una localizzazione il ragazzo dice di non essere in grado di farlo. Dopo alcuni giorni la mamma del francese e una ventina di suoi amici arrivano nel Sud Italia per cercare lo studente, accusando l’Italia di ritardi nei soccorsi. Ieri alle 19.30 il corpo del giovane viene avvistato in fondo a un burrone: oggi si cercherà di raggiungerlo. Spiega oggi il Corriere della Sera:

Quando è caduto ha telefonato prima a un’amica che però non ha risposto. Allora ha digitato il 112. Ma nel punto roccioso in cui si trovava il segnale delle celle telefoniche rimbalza, per usare un termine che dia l’idea. Quindi la chiamata di Simon non è arrivata ai carabinieri a lui più vicini (nel Cilento, in Campania) ma a quelli di Lagonegro, cioè il territorio della costa di fronte a quella in cui lui si trovava,la Basilicata.

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Dove è stato ritrovato il corpo di Simon Gautier (Corriere della Sera, 19 agosto 2019)

I carabinieri Di Lagonegro chiedono indicazioni sul luogo, ma lui non sa dire dov’è, allora passano la telefonata al 118 più vicino, sempre in Basilicata — perché i medici capiscano meglio le condizioni di salute del ragazzo — e nel frattempo avviano comunque le procedure di ricerca nel territorio del Potentino. Si prova a localizzarlo, ma la sfortuna vuole che lì dov’è, il cellulare di Simon agganci tre celle di confine fra le province di Potenza, Matera, Cosenza e Salerno: 143 chilometri quadrati. Un elicottero non saprebbe dove cercarlo, i soccorritori hanno bisogno di restringere il campo.

La geolocalizzazione possibile tra due anni

Repubblica spiega oggi che un Italia non è ancora possibile localizzare con precisione le chiamate da telefono cellulare. È anche per questo che ci sono voluti giorni per trovare Simon Gautier. Nemmeno la chiamata del 27enne al 118 è stata d’aiuto: la cella agganciata copriva un’area troppo vasta. Eppure in altri Paesi d’Europa le cose vanno diversamente: c’è una tecnologia, la Advanced mobile location (Aml), che permette di individuare con esattezza la posizione.

«Una tecnologia che presto avremo anche in Italia, nelle regioni in cui è attivo il Numero unico 112», dice Alberto Zoli, direttore generale dell’azienda regionale Emergenza urgenza della Lombardia. «Con l’Aml — spiega — quando si fa un numero di emergenza, si attiva automaticamente la localizzazione Gps e si identifica il punto da cui proviene la chiamata con uno scarto di qualche metro». Oggi invece la procedura per localizzare le chiamate è diversa a seconda se si telefona da una regione in cui c’è il numero unico o no e se si chiama da fisso o mobile.

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Simon Gautier ripreso dalle telecamere del supermarket

«Nelle zone in cui sono ancora attivi i numeri 118, 115 e così via — continua Zoli — i dati delle chiamate da fisso sono forniti dal gestore, che dà indirizzo e civico. Per quelle da cellulare la centrale operativa non ha accesso diretto ai dati se non con un’interrogazione al Ced Interforze, il sistema informatico del Viminale». Operazione che, a detta di Zoli, può richiedere fino a qualche minuto. Dove è invece attivo il Nue l’interrogazione al Ced è automatica, per cui le informazioni sulla cella arrivano appena la centrale risponde alla chiamata. Ma il risultato, se si telefona da cellulare, non cambia: la rilevazione della posizione esatta non si può fare, ed è per questo che fondamentale fornire sempre un indirizzo o un punto di riferimento per inviare i soccorsi.

Els (Emergency Location Service) e Aml (Advanced Mobile Location): i due sistemi di geolocalizzazione per smartphone

Il Corriere spiega che Els (Emergency Location Service) e Aml (Advanced Mobile Location) sono i sistemi di geolocalizzazione per le emergenze installati sugli smartphone (il primo per Android, il secondo per i Phone). In Italia non sono ancora attivi, una direttiva obbliga i Paesi Ue ad adeguarsi nel 2020. Funzionano così:

Quando parte una chiamata a un numero di emergenza (112 in Europa, 911 negli Usa, 111 in Nuova Zelanda, 999 negli Emirati), lo smartphone attiva il Gps e/o il Wi-fi per segnalare la posizione esatta da dove è partita la chiamata. Le coordinate vengono inviate automaticamente con un sms ai soccorsi. Dopo 30 secondi il software disattiva Gps e Wi-fi. Serve però una piattaforma in grado di riceverei dati e di inoltrarli ai soccorritori. L’Italia ha effettuato dei test tra il 2016 e il 2017 grazie a contributi europei.

Els (Emergency Location Service) e Aml (Advanced Mobile Location)
Els (Emergency Location Service) e Aml (Advanced Mobile Location)

In Italia si è iniziato a parlare di Aml nel 2017, ma solo ora si sono chiuse le trattative con Google e Apple per attivare il servizio. «Pochi mesi fa la Commissione 75, in cui convergono i ministeri dell’Interno, della Difesa, dello Sviluppo economico e le Regioni, ne ha approvato l’adozione per il Nue. Usare l’Aml non è obbligatorio, per questo ogni Paese si sta muovendo con i suoi tempi. Qui dovrebbe essere operativa nel giro di un paio d’anni».

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