Lo sciopero dell’università a giugno e luglio 2018

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-22

Appelli a rischio nella sessione estiva, già 6800 hanno aderito

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Dopo quello di settembre 2017 i docenti e i ricercatori universitari tornano a scioperare tra il primo giugno e il 31 luglio 2018, quando a incrociare le braccia saranno almeno 6800 professori (quelli che hanno aderito finora: nel 2017 arrivarono a 10mila). L’iniziativa all’epoca spinse il Governo Gentiloni ad approvare una Legge di bilancio che ha consentito ai prof d’ateneo di recuperare buona parte del potere d’acquisto perso nelle stagioni della crisi finanziaria. I docenti non ritengono, però, quell’intervento sufficiente e chiedono che lo sblocco degli scatti d’anzianità venga retrocesso di un anno, ovvero parta dal primo gennaio 2015, e vi sia il riconoscimento giuridico delle stagioni 2011-2014. In più chiedono lo sblocco delle assunzioni di professori e ricercatori per ottenere 6mila concorsi per professore associato, 4mila concorsi per professore ordinario e 4mila concorsi per i ricercatori a tempo indeterminato.

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Lo sciopero dei docenti e dei ricercatori (22 maggio 2018)

Il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria assicura che già nella proclamazione dello sciopero hanno previsto appelli straordinari “ad hoc” per tutti i laureandi, gli studenti Erasmus, le studentesse in attesa di un bambino e gli studenti con particolari problemi di salute. “Quindi nessun pericolo, in particolare, per le lauree. Sono inoltre previsti appelli straordinari nel caso di un unico appello nel periodo di sciopero. E appelli straordinari in quelle strutture nelle quali il numero di appelli annuali sia pari a cinque o minore di cinque. Crediamo di aver messo in campo tutte le tutele necessarie per creare disagi (altrimenti, che sciopero sarebbe?) e non danni. E l’approvazione della Commissione di Garanzia ci conforta di aver raggiunto, già in partenza, almeno questo obiettivo”, concludono.

Leggi sull’argomento: Lo sciopero dell’università a settembre

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