Matteo Salvini e la balla dello spread che è tornato ai livelli precedenti al governo Conte

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-18

Salvini ha dichiarato che finalmente lo spread è tornato ai livelli di prima del governo Lega-M5S. Ma a marzo 2018 quando al governo Gentiloni il differenziale BTP-Bund era intorno 120 punti base, oggi si aggira sui 235 punti base. La matematica è un’opinione?

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«Siamo tornati ai livelli precedenti al governo Lega-M5S quindi vuol dire che l’economia italiana cresce e dà fiducia» così il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentava il valore dello spread – il famigerato differenziale di rendimento tra BTP e Bund tedeschi – spiegando che la situazione è ormai tornata alla normalità. Il vicepremier ha quindi implicitamente ammesso che la normalità era il valore dello spread con il “governo precedente” ma ha leggermente modificato la realtà.

Davvero lo spread è tornato ai livelli precedenti al governo Conte?

Se ne è accordo il deputato PD Luigi Marattin che era in studio a La 7 a L’aria che tira di Myrta Merlino. Interrompendo la registrazione delle dichiarazioni di Salvini con un «oddio oddio no! no! Fermi tutti! Fermi tutti!» Marattin ha costretto la conduttrice ad interrompere il filmato per dare spazio alle rimostranze del deputato Dem. Ma qual è il problema? Lo spread è in calo? Sì, lo spread oggi – al momento in cui scriviamo – si aggira intorno ai 235 punti base [era 233,90 al momento in cui parlava Marattin Ndr], in calo rispetto all’apertura e a venerdì scorso quando aveva chiuso a 244 punti base.

Il problema è che questo calo non ci avvicina al livello del governo Gentiloni. Non serve poi molto per scoprirlo, il governo Conte si è insediato il 1 giugno 2018, in quel periodo lo spread toccava uno dei suoi massimi a 303 punti base. Ma sarebbe cresciuto ancora fino a 326 punti base nei mesi a seguire. Come si nota dal grafico del Sole 24 Ore qui sotto fino a circa metà maggio 2018, quando dopo settimane di trattative senza risultati sembrava non riuscisse a nascere un governo, il valore dello spread si aggirava intorno ai 120 punti base.

 

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Ricordiamo ai più distratti che anche se la XVII legislatura è terminata con la convalida dei risultati delle elezioni del 4 marzo 2018 il governo uscente è rimasto in carica per gli affari correnti fino all’insediamento del governo Conte.

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Fonte: Borse.it

Possiamo andare indietro nel tempo al marzo 2017 quando il valore dello spread oscillava intorno ai 190-196 punti base. Un dato relativamente vicino a quello odierno. Ma l’andamento del grafico qui sopra – che mostra gli ultimi due anni del valore dello spread – mostra come durante il “governo precedente” fosse in calo mentre durante il governo Lega-M5S sia rimasto quasi costantemente sopra i 220 punti base intorno ai 260 bp. Poco male in ogni caso, numeri o no il M5S aveva già iniziato a festeggiare a dicembre con lo spread a 286, è quindi più che giustificato l’entusiasmo di Salvini che – poverino – almeno ha aspettato un anno dalle elezioni dello scorso anno per fare un primo bilancio.

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