Economia
«Il condono del governo Lega-M5S? Spinge a non pagare le tasse»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-09-17
Andrea Roventini, professore di economia e già candidato ministro del M5S, fa a pezzi la proposta di condono fiscale contenuta nella manovra del governo
Andrea Roventini insegna economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed era stato schierato da Luigi Di Maio come ministro del Tesoro nella squadra predisposta in vista di una vittoria alle elezioni. Roventini, che si definisce un keynesiano eretico, critico del liberismo e della deregulation dei mercati finanziari, fa a pezzi il condono fiscale che il M5S e la Lega si apprestano a infilare nella loro legge di bilancio:
«Lo ha detto anche l’Ocse: se è vero che ci sono poche cose da non fare assolutamente nelle politiche di bilancio, ebbene una di quelle è proprio il condono».
Perché?
«Oltre ad essere diseducativa, spingendo il contribuente a non pagare le tasse perché tanto ci sarà sempre in futuro un condono, è una misura una tantum. Dunque senza grandi benefici strutturali. Un po’ la stessa cosa successa con le privatizzazioni: si sono vendute le aziende pubbliche per un piatto di lenticchie, rinunciando così al flusso di dividendi che garantivano e senza raggiungere risultati positivi».
Come spiega il perenne ricorso ai condoni da parte dei governi italiani?
«Negli ultimi venti anni l’Europa ha chiesto al nostro Paese avanzi primari consistenti, determinando un forte taglio alla spesa pubblica, per esempio scuola e sanità, e un aumento marginale della tassazione. Così si sono cercate ogni volta misure una tantum che risolvessero nell’immediato la carenza di risorse. È un problema che naturalmente si trova ad affrontare anche questo governo». E cosa pensa della flat tax che, a quanto pare, sarà a tre aliquote e arriverà solo nel 2020? «Mi sembra un altro neologismo. Come un quadrupede che, poi, si scopre ha più di quattro zampe».