La versione di Rivolta sul caos in Confcommercio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-14

L’ex direttore generale dice di essere stato cacciato per vendetta e nega la relazione con la segretaria accusatrice di Sangalli

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Oggi è il giorno della resa dei conti in Confcommercio. Il presidente Carlo Sangalli dovrà parlare davanti ai soci delle accuse di molestie sollevate nei suoi confronti dalla sua ex segretaria Giovanna Venturini, che secondo lui sarebbero “manovrate” da un complotto. Intanto il Corriere della Sera riporta la versione di Carlo Rivolta, direttore generale dell’associazione che è entrato nella vicenda e per questo è stato licenziato da Sangalli:

Licenziamento «illegittimo», scrivono gli avvocati Ferdinando e Valentina Pepe chiedendo al giudice del lavoro di Roma di annullarlo, perché motivato dalla soppressione della figura del dg che può essere decisa solo dal Consiglio federale.

In realtà, invece, esso sarebbe legato alle «iniziative» di Rivolta per chiarire la presenza di un’agenzia di intermediazione tra il Fondo Est, che fa capo a Confcommercio, e le assicurazioni Generali nella polizza milionaria per la sanità complementare di un milione e mezzo di iscritti.

giovanna venturini rivolta sangalli
La foto di Venturini e Rivolta allegata al dossier di Sangalli

L’intermediario, che riceveva un’importante provvigione, dopo essere stato escluso è rimasto legato a Generali per«compiti amministrativi». Rivolta affronta anche la questione delle molestie risalenti al 2012 e rivelate già da allora in Confcommercio, ma mai denunciate alla magistratura, da Giovanna Venturini, la ex segretaria di Sangalli alla quale il presidente a gennaio 2018 ha donato 216mila euro, anche lui senza mai fare denuncia.

Sangalli ha querelato la signora e Rivolta per estorsione parlando di una presunta relazione tra loro (che smentiscono) documentata da un detective. Il dg nel ricorso afferma che fu Sangalli, preoccupato «per la sua immagine e reputazione», a chiedergli di fare da mediatore tra lui e la signora che voleva essere tutelata e «scongiurare uno scandalo». Sarebbe stato sempre Sangalli a decidere di pagare facendolo, su richiesta della Venturini e del marito, per «trasparenza» con un atto notarile alla presenza di Rivolta, chiesta da entrambi.

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