Economia

I controlli mirati sui conti correnti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-07

Tecnicamente l’”arma” si chiama Risparmiometro e mette a confronto il saldo del conto corrente da un anno all’altro, alla ricerca delle incongruenze tra quanto appunto risparmiato e depositato e quanto denunciato nella dichiarazione dei redditi

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La nuova super-anagrafe antievasione dell’Agenzia delle Entrate è pronta a partire, con il via libera del ministero del Tesoro. La norma risale al 2012, quando in carica c’era ancora il governo Monti, e, annuncia oggi il Messaggero, è finalmente pronta a partire  e consentirà all’Agenzia delle Entrate di “vedere” i conti correnti di tutti gli italiani, nessuno escluso.

Fino ad ora la misura valeva solo per le società a responsabilità limitata. Ma pochi giorni fa, esattamente a fine aprile, è arrivato il via libera del Garante della Privacy che consente sia all’Agenzia delle Entrate che alla Guardia di Finanza di incrociare le informazioni sui movimenti di denaro degli italiani per cercare di accertare chi nasconde ricchezza o dichiara meno, non facendo emergere il proprio monte affari reale.

Tecnicamente l’”arma” si chiama Risparmiometro e mette a confronto il saldo del conto corrente da un anno all’altro, alla ricerca delle incongruenze tra quanto appunto risparmiato e depositato e quanto denunciato nella dichiarazione dei redditi. Non tutti saranno passati ai raggi x, sarebbe tecnicamente impossibile, ma per chi rientra in certi parametri, selettivi e ben individuati, scatterà l’accertamento.

controlli conti correnti

I controlli sui conti correnti (Il Messaggero, 7 maggio 2019)

In caso di scostamento del 20% da un anno all’altro – naturalmente oltre una certa soglia di spesa – si accende l’allarme rosso. Parte così la verifica per capire se i soldi guadagnati sono frutto di attività che si presume in nero, o comunque non dichiarate all’erario. Il secondo passo prevede la contestazione e infine, se le risposte non convinceranno, si potrà arrivare alla sanzione.

Il meccanismo era stato attivato tra 2013 e 2014, ma dopo gli appunti del garante era stato fermato. Adesso l’Agenzia delle Entrate è pronta a incrociare i dati di INPS e degli istituti di credito mentre in sede di contraddittorio il contribuente potrà spiegare la sua posizione. Il Garante ha tassativamente imposto agli enti interessati di utilizzare in ultima istanza i propri funzionari, cioè la verifica non potrà mai essere automatizzata. In più,come detto, il contribuente potrà sempre difendersi e dimostrare che non ha evaso.

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