«Un terzo degli italiani guadagna quanto il reddito di cittadinanza»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-26

Il rischio è che percepire l’assegno non porterà magari a lasciare il lavoro per farlo, ma di sicuro non costituirà un incentivo a cercarlo per chi non è in regola

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Il 30% degli italiani attualmente guadagna al mese più o meno la stessa cifra che viene garantita ai percettori del reddito di cittadinanza. Al Sud la percentuale sale al 40%, nelle zone del Centro si attesta al 28%, mentre al Nord viaggiamo attorno al 24%. Questo significa, spiega oggi Valentina Conte su Repubblica, che 12 milioni di persone su 41 milioni vivono grazie a un reddito in linea con quello di cittadinanza.

Buste paga leggere, poche ore, contratti stagionali e part-time. Lavori poveri, insomma. Ora spiazzati non solo dal sussidio dei Cinque Stelle, che assegna a un single fino a 780 euro al mese, 9.360 euro all’anno. Ma anche dall’emendamento votato in Senato che obbliga i suoi beneficiari ad accettare un posto solo se lo stipendio è di almeno 858 euro, il 10% in più di 780, ovvero 11.154 euro all’anno. Con una differenza di non poco conto. Il reddito di cittadinanza, misura di contrasto della povertà, è esentasse. Il resto no.

reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza e i contribuenti italiani (La Repubblica, 26 febbraio 2019)

Ne avevano parlato già Inps e Ufficio parlamentare di bilancio nelle loro audizioni parlamentari. Il sussidio rischia di disincentivare la ricerca di un’occupazione e incoraggiare “comportamenti opportunistici” – passare al nero – visto il panorama italiano già parcellizzato in lavoretti, come confermano anche i dati Istat di ieri e che non promette nulla di buono con la recessione incombente.

Ora uno studio della Uil-Politiche territoriali dà uno spaccato territoriale non certo confortante. Se a Crotone, già città regina nella top-ten delle assegnazioni del reddito secondo le stime Svimez, quasi il 50% dei contribuenti sta sotto i 10 mila euro all’anno, la sorpresa arriva dal Centro e soprattutto dal Nord.

Per questo, è il ragionamento, il rischio è che percepire l’assegno non porterà magari a lasciare il lavoro per farlo, ma di sicuro non costituirà un incentivo a cercarlo per chi non è in regola.

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