Come cambierà il reddito di cittadinanza
Cosa cambierà in pratica? Per ora niente. Ma se il piano di Conte andrà in porto verrà creata un’app (Immuni vi ricorda qualcosa?) che renderà molto difficile continuare a prendere il RDC senza accettare un lavoro

Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al festival dell’Economia di Trento ha annunciato un progetto per il 2021 per rafforzare l’inserimento al mondo del lavoro per i percettori del reddito di cittadinanza: “Meno male che avevamo una misura di protezione sociale come il reddito di cittadinanza cui abbiamo aggiunto il reddito di emergenza. Certo si possono sempre migliorare in fase di attuazione. In due anni calare una misura così complessa in un tessuto sociale che presenta criticità strutturali, non è affatto semplice. Il progetto di inserimento nel mondo del lavoro collegato al reddito di cittadinanza ci vede ancora indietro. Ho già avuto due incontri con i ministri competenti: dobbiamo completare quest’altro polo e dobbiamo riorganizzare anche una sorta di network per offrire un processo di formazione e riqualificazione ai lavoratori. Dobbiamo cercare di costruire un percorso coordinato. Spero che nei primi mesi del 2021 potremo presentare l’altro progetto, quello che incrocia l’attuazione del reddito di cittadinanza con l’inserimento nel mondo del lavoro”. Di cosa parla Conte? Il Corriere della Sera spiega più nel dettaglio quali saranno le novità. La prospettiva è di impedire a chi rifiuta il lavoro di continuare a prendere il sussidio:
La disposizione, perentoria, di Giuseppe Conte è avvenuta al termine di tre riunioni riservate avute negli ultimi giorni con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con il ministro dell’Innovazione digitale Paola Pisano e con il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro), Domenico Parisi, l’esperto di big data che ha lavorato con successo negli Stati Uniti e che ormai da mesi lamenta di essere ostacolato nel suo lavoro e di avere le mani bloccate. Insomma è con taglio molto decisionista che il presidente del Consiglio ha preso in mano il dossier sul reddito di cittadinanza e le politiche attive sul lavoro (incontro fra domanda e offerta di impiego, fra aziende e disoccupati), ha chiesto alla Catalfo e a Parisi di collaborare invece di litigare e ha stigmatizzato che a distanza di un anno e mezzo dall’introduzione del reddito non esista traccia di un sistema unico e nazionale informatico che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare le persone che lo cercano.
Cosa cambierà in pratica? Per ora niente. Ma se il piano di Conte andrà in porto verrà creata un’app (Immuni vi ricorda qualcosa?) che renderà molto difficile continuare a prendere il RDC senza accettare un lavoro:
Conte ha chiesto alla ministra Pisano di istituire immediatamente una task force che si occupi di progettare e rendere operativa una struttura informatica che metta insieme. in modo che comunichino fra loro, 20 sistemi regionali diversi, con regole diverse che oggi i navigator sono chiamati e rispettare, e che sfoci in un secondo tempo in app nazionale, in un sistema operativo in grado di funzionare con efficacia e di rendere più difficile, quasi impossibile, rifiutare il lavoro e mantenere il reddito.
Sono previsti anche incentivi per le aziende che aderiranno al sistema. Intanto ieri Di Maio difendeva il RDC parlando di un tentativo di sabotaggio: “C’è voglia di sabotare il reddito di cittadinanza, ma con questo non voglio accusare qualcuno. Io dico che chi percepisce il reddito deve essere impegnato 8 ore in lavori di pubblica utilità. Su 8 mila comuni solo in 400 hanno approvato i regolamenti, questo non è possibile”.